A cura della Redazione

Uno dei pusher tradito dalla sua passione juventina: riconosciuto dal cliente e identificato dai carabinieri perché indossa la tuta della Juventus mentre spaccia. Questo è uno dei particolari che emerge dall'ordinanza firmata dal gip Antonio Fiorentino del tribunale di Torre Annunziata, emessa su richiesta della pm Andreana Ambrosino ed eseguita dai carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della compagnia oplontina, guidati dal maggiore Luigi Coppola e dal tenente Luigi Cipriano. 

Era già in cella Francesco Colasante, 48 anni, già una decina di condanne definitive alle spalle, ritenuto un uomo dei Chierchia-Fransuà, gli alleati dei Gionta: era stato arrestato nuovamente un anno fa in possesso di droga e metadone, con un allaccio abusivo alla rete elettrica e dunque anche per furto di energia. Lo hanno raggiunto in carcere suo figlio Pellegrino Colasante, 27 anni, Aniello Gallo, 33, Cristian De Angelis, 21, Daniele Vista, 24, e Salvatore Aurino, 37, tutti pregiudicati per reati specifici. 

Via Parini, vico Luna e via Asilo Infantile erano state trasformate in due piazze di spaccio, capaci di rifornire di ogni tipologia di stupefacente. Marijuana, cocaina, crack, eroina. E i clienti arrivano a Torre Annunziata anche da Sorrento. Durante il blitz, sono stati scoperti un nascondiglio dietro una mattonella che si aziona con telecomando, ma all'interno non c'era nulla; e una pistola giocattolo. 

Varie le modalità di spaccio: c'è chi fa lasciare i soldi a terra, chi lancia la dose dalla finestra, chi incassa le banconote in strada e dà indicazioni precise per il ritiro "dopo un giro dell'isolato". E poi c'è chi dà pure il consiglio giusto: “Se ti beccano le guardie, ingoia la dose, che poi torni qui e te ne regalo una uguale”. 

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