A cura della Redazione

Misura cautelare nei confronti di quattordici persone indagate nell'ambito dell'inchiesta sui falsi incidenti stradali che ha coinvolto l'ufficio del giudice di pace di Torre Annunziata. I provvedimenti restrittivi sono stati eseguiti dalla Guardia di Finanza oplontina a conclusione delle indagini coordinate dalla locale Procura. 

Contestati vari reati, dal falso ideologico alla sostituzione di persona e falsa testimonianza, fino alla truffa. Tre persone sono finite ai domiciliari: si tratta di due finanzieri ed un avvocato, indagati per favoreggiamento.

L'inchiesta - denominata Renegade - portò nelle scorse settimane all'arresto di altri 22 soggetti (27 indagati complessivi), tra cui tre giudice di pace, periti e avvocati, per presunte condotte corruttive in atti giudiziari relativi a contenziosi civili concernenti sinistri stradali.

In sostanza, il sodalizio delinquenziale - come lo definisce la Procura - avrebbe messo in piedi una articolata e sistematica pratica volta a falsificare incidenti o ad alterare le circostanze di quelli realmente accaduti. Il tutto per ottenere indebiti risarcimenti dalle compagnie assicurative e quindi truffare le stesse. 

Disvelata anche una fitta reti di connivenze, con il coinvolgimento di avvocati, periti, carrozzieri e falsi testimoni.

Il ruolo chiave - secondo la Procura - è quello svolto da Salvatore Verde - già in carcere per effetto della precedente operazione della GdF -, titolare di una agenzia di consulenza di Boscoreale. Sarebbe lui il perno del gruppo criminale in questione.

Per la Procura, «avvelendosi del supporto qualificato di un esperto del settore», utilizzava anche propri "agenti" sul territorio per "procacciare" la "clientela" «interessata al loro illecito business che, in cambio di una consistente parte dei profitti derivanti dalle condotte truffaldine, concordava una falsa versione dei fatti sui sinistri stradali - scrive il procuratore capo Alessandro Pennasilico - mettendo a disposizione dell'organizzazione le proprie vetture o i propri motocicli». 

Questo il meccanismo fraudolento ricostruito dalla Procura. Gli "agenti", alcuni dei quali con una lunga militanza delinquenziale, si occupavano di ritirare, dai legittimi proprietari compiacenti, i veicoli che poi venivano condotti presso alcune carrozzerie colluse situate a Boscoreale e Scafati. Qui, in ragione delle dinamiche del presunto incidente, le auto venivano danneggiate o alcune parti di esse, integre, sostituite con altre incidentate. Gli stessi "procacciatori d'affari", poi, si occupavano anche del carteggio necessario all'istruttoria per ottenere il risarcimento dei danni dalle compagnie assicurative, indirizzando le pratiche verso periti compiacenti. Procuravano inoltre fogli di circolazione, carte di identità, patenti, certificati medici o simili attestazioni sanitarie, ed ingaggivano in certi casi anche falsi testimoni.

Stando sempre alle risultanze investigative, nelle truffe avrebbero giocato un ruolo anche due finanzieri ed un avvocato di Torre Annunziata, già colpito - come Verde - da una misura cautelare nelle scorse settimane. Per loro si ipotizza il favoreggiamento.

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