A cura della Redazione

Delitto Cerrato. Maria Adriana potrebbe essere avvicinata dai parenti degli arrestati. Un'ipotesi che la Procura di Torre Annunziata ha valutato attentamente, così la Pm Giuliana Moccia ha subito avanzato richiesta di incidente probatorio. Un modo per blindare e cristallizzare la prova rappresentata dalle dichiarazioni della ragazza, che ha assistito all'omicidio del papà Maurizio Cerrato, 61enne custode degli scavi di Pompei, accoltellato a morte proprio per difendere la figlia. L'aggressione fu innescata da una discussione per un parcheggio "prenotato" con una sedia. Se il giudice accogliesse la richiesta della Procura, le dichiarazione di Maria Adriana diventerebbero prove a tutti gli effetti e la ragazza non dovrebbe più presentarsi in aula a testimoniare in un eventuale processo a carico dei 4 indagati.

Sono in carcere, accusati di aver partecipato alla spedizione di morte, i fratelli Domenico e Giorgio Scaramella, 51 e 42 anni, il cugino Antonio Cirillo, pregiudicato di 33 anni, e l'incensurato Antonio Venditto, 26 anni, unico che ha provato a difendersi fornendo anche un alibi tuttora al vaglio degli inquirenti.

Domenico Scaramella, invece, ha puntato il dito contro il cugino Cirillo sottolineando che "il responsabile dell'omicidio deve pagare". Ad incastrare il branco sono state le indagini dei carabinieri della sezione operativa della Compagnia di Torre Annunziata. Nei prossimi giorni, il Gip deciderà se fissare l'udienza a porte chiuse, che sarà il preludio al processo in Corte d'Assise.