A cura della Redazione

Ci sono voluti quasi tre anni per avere giustizia dopo aver subito una condanna per procurato allarme.

Ma facciamo un passo indietro, maggio 2018: il genitori di un'alunna che frequenta la scuola dell'Infanzia del II Circolo Giancarlo Siani, Ciro Graziano, peraltro componente volontario della Protezione civile comunale, nota delle infiltrazioni d’acqua dal soffitto della scuola. Allerta immediatamente i Vigili del fuoco che, dopo un sopralluogo, decidono di chiudere il plesso per motivi di sicurezza. Non la pensa allo stesso modo il capo dell’Ufficio Tecnico comunale, l’ing. Nunzio Ariano, che dispone, il giorno dopo, l’immediata riapertura della scuola e denuncia il genitore dell’alunna per procurato allarme. Denuncia che poi porterà il Graziano ad essere condannato ad un risarcimento danni nei confronti del comune oplontino.

Ma il genitore dell’alunna non ci sta e si oppone al provvedimento, affidando la sua difesa all’avvocato Luciano Bonzani. Questi riesce a dimostrare le ragioni che spinsero il suo assistito a chiamare i Vigili del fuoco, versione peraltro confermata anche dallo stesso tecnico del Corpo. Per tale motivo Graziano viene assolto con formula piena “perché il fatto non sussiste”.

Grande soddisfazione da parte di Ciro Graziano: “Finalmente la verità è venuta a galla – afferma -. Intanto a causa di questa condanna non ho avuto la possibilità di essere assunto in una società in cui era indispensabile avere una fedina penale immacolata. Ma ormai è acqua passata, l’importante è essermi tolto un grosso peso dallo stomaco”.