Altre quattro persone rischiano il processo per quanto accaduto prima e dopo l'omicidio di Maurizio Cerrato. La Procura di Torre Annunziata ieri ha chiuso le indagini anche sugli attimi che hanno preceduto il barbaro omicidio e soprattutto su ciò che (non) è accaduto dopo, tra omertà e intralcio alle indagini.
In due avevano aggredito, minacciato e insultato Maria Adriana, la figlia della vittima - "rea" di essersi "appropriata" di un posto auto "prenotato" con le sedie - prima che arrivasse il papà Maurizio Cerrato a difenderla, altri tre invece sono accusati di aver intralciato le indagini.
La Procura di Torre Annunziata (procuratore Nunzio Fragliasso, sostituto Giuliana Moccia) ha chiuso le indagini su quel che accadde in via IV Novembre la sera del 19 aprile scorso. Rischiano il processo per lesioni aggravate e minacce una donna, Rosa Scaramella e suo fratello Giorgio (quest'ultimo già in carcere per l'omicidio), mentre per favoreggiamento personale Marco Salvi (datore di lavoro di Maria Adriana) e i fratelli Alessandro e Pierluigi Savarese (titolari del parcheggio dove accadde la tragedia).
Il datore di lavoro della ragazza è accusato di aver negato - durante il suo interrogatorio - di conoscere gli assassini di Cerrato pur sapendo chi fossero. I germani, inveve, avrebbero cancellato i video dell'omicidio ed eliminato i fazzoletti sporchi di sangue dal luogo del delitto prima dell'arrivo dei carabinieri della sezione operativa della Compagnia di Torre Annunziata, di fatto eliminando prove che potevano essere decisive per incastrare i killer.
Adesso i cinque indagati - assistiti dagli avvocati Andrea Ciuonzo, Giuseppe De Luca, Antonio de Martino e Salvatore Barbuto - hanno 20 giorni di tempo per chiedere l'interrogatorio o presentare memorie, poi la Procura procederà con la richiesta di giudizio.