A cura della Redazione

Manifesti offensivi contro i magistrati in servizio alla Procura di Torre Annunziata. Sono stati trovati affissi, senza firma, all'esterno del Tribunale. Su di loro si fanno i nomi del procuratore capo Nunzio Fragliasso (tra l'altro indicato con il cognome sbagliato) e dei pubblici ministeri Emilio Prisco e Alessandra Riccio.

Vengono "accusati" - in anonimato - di essere «corrotti» e di «abusare in modo odioso del loro potere per proteggere degli assassini». Poi, la frase di Papa Giovanni Paolo II riportata in calce: «Mafiosi, convertitevi. Una volta verrà il giudizio di Dio».

Sulla vicenda ha preso posizione anche la sottosezione dell'ANM (Associazione Nazionale Magistrati) di Torre Annunziata: «La comunità dei magistrati di Torre Annunziata respinge le assurde e infondate accuse raccolte da ignoti nel manifesto - scrivono in una nota i magistrati Gabriella Ambrosino (presidente) e Matteo De Micheli (segretario) -. Solidarietà ai colleghi per questo vile e scomposto attacco. La sottosezione manifesta il suo sconcerto per la grave offesa alla magistratura nella sede ove esercita la sua delicata funzione di affermazione della legalità al servizio dei cittadini».

Anche il Comitato di liberazione dalla camorra e dal malaffare Area Sud di Napoli ha epresso «solidarietà e vicinanza al Procuratore della Repubblica di Torre Annunziata, Nunzio Fragliasso, ai sostituti procuratori Alessandra Riccio e Emilio Prisco ed a tutti i magistrati inquirenti. Esprimiamo - si legge in un comunicato - indignazione e allarme, appellandoci alle istituzioni affinché sia ulteriormente innalzato il livello di vigilanza e sicurezza del Palazzo di Giustizia di Torre Annunziata. Si è trattato di un avvertimento che assume il tono di una chiara minaccia contro quei magistrati impegnati in prima linea e in complesse inchieste sull'intreccio tra politica, imprenditoria e camorra a Torre Annunziata, Castellammare di Stabia e Torre del Greco. Auspichiamo che al più presto le indagini facciano luce e colpiscano gli autori del gesto. Noi non lasceremo soli i servitori dello Stato - conclude la nota del Comitato -, saremo la loro scorta civica. Indietro non si deve più tornare».