A cura della Redazione

Smantellata importante piazza di spaccio a Torre Annunziata. Le indagini, condotte dai carabinieri della Compagnia oplontina, coordinati dalla locale Procura della Repubblica, hanno portato all'emissione, da parte del Gip, di una misura cautelare per 17 persone, indiziate di detenzione e spaccio di droga, estorsione, detenzione e porto illegali in luogo pubblico di armi comuni da sparo. Ben 60 i capi di imputazione contestati agli indagati, 58 dei quali attinenti alla droga.

Sono 14 i soggetti sottoposti alla restrizione in carcere - 5 già erano detenuti per altra causa -, 2 quelli per cui è stato disposto il divieto di dimora in provincia di Napoli, per un altro invece è scattato l'obbligo di dimora a Gragnano.

Il provvedimento cautelare trae origine da una richiesta avanzata dalla Procura oplontina a seguito delle pronunce del Riesame che, nel settembre scorso, aveva annullato una analoga precedente ordinanza nei confronti degli attuali indagati, per carenza di autonoma valutazione da parte del Gip.

Le investigazioni ad opera dei militari dell'Arma sono partite nel settembre 2018 a seguito del ferimento a colpi d'arma da fuoco di un uomo, risultato poi essere un acquirente di stupefacenti, avvenuto nel rione Poverelli.

Protrattesi fino al maro 2019, le indagini hanno consentito di appurare l'esistenza di una fiorente attività di spaccio di cocaina, con "clienti" provenienti da tutta la provincia napoletana, gestita da diversi nuclei familiari residenti nel rione. Attraverso intercettazioni telefoniche ed ambientali, servizi di osservazione e pedinamento, gli investigatori hanno individuato i presunti responsabili e documentato numerosi episodi di cessione di droga, con l'arresto in flagranza di tre soggetti e il sequestro di oltre 70 grammi di sostanza.

I pusher si servivano di un linguaggio in codice per vendere la droga, utilizzando termini come caffè, biscotto, ambasciata, coso. Gli acquirenti, poi, venivano ricevuti nelle abitazioni protette da sistemi di videosorveglianza installati abusivamente.

Tra gli spacciatori figuravano anche individui sottoposti, all'epoca, ai domiciliari. Un ruolo avevano anche alcuni minorenni, utilizzati come "corrieri" per la consegna delle dosi a domicilio.

Le quantità di cocaina variavano da piccole dosi, denominate "pallini", a quantitativi più consistenti di diverse decine di grammi.

Emerse dalle indagini anche condotte estorsive nei confronti dei "clienti" che non avevano ancora saldato i debiti per l'acquisto degli stupefacenti, poste in essere da alcuni degli indagati anche con l'utilizzo di armi.