A cura della Redazione
La politica, quella confusionaria. Scarabocchio in cui è sempre più difficile distinguere il simbolismo dei partiti e il vero significato di ciò che rappresentano. Uno scenario che ci riguarda molto da vicino e al quale, forse, ci siamo abituati anche troppo. Contesto a dir poco perfetto per l’uscita di “Antistorica la Sinistra italiana d’oggi”, saggio storico e politico-filosofico firmato da Onofrio Amoruso. Un percorso dalle riflessioni attente e precise quello dello scrittore che, dopo “Ricordare Berlinguer” del 2004, si concentra sull’evolversi del Partito Comunista Italiano dalla sua nascita fino ai giorni nostri. E lo fa in cinque capitoli, distinti, come le tematiche che vengono affrontate al loro interno. Lo stesso Amoruso definisce il suo nuovo lavoro un “logico completamento” del suo libro precedente analizzando, oltre a quella di Berlinguer, anche altre figure fondamentali della scena comunista. È il caso del confronto tra Antonio Gramsci e Giovanni Gentile, accostamento che potrebbe dar vita ad un dibattito infinito, in cui l’autore riesce addirittura a far convergere le due visioni di pensiero. In particolar modo Gentile, filosofo di inizio novecento ed esecutore della riforma scolastica in vigore ancora oggi, si trasforma in un vero e proprio Virgilio dantesco, diventando guida e faro del percorso di Amoruso. Attenti, però, a pensare ad una celebrazione trionfalistica degli antichi fasti del comunismo italiano. Precisa e inconfutabile la critica nei confronti di una personalità importante come Palmiro Togliatti, con la sua attività politica connotata da crudeltà e fredda determinazione nell’affermare a tutti i costi l’interesse di Stalin e del suo regime. Da sottolineare la commozione con cui lo scrittore descrive l’uccisione di Giovanni Gentile (voluta proprio dal PCI di Togliatti) e le valutazioni ricche di particolari sulla sudditanza del PCI al regime staliniano. In quanto “sviluppo ulteriore” del suo “Ricordare Berlinguer”, non poteva di certo mancare un intero capitolo dedicato a colui che Amoruso definisce il “segretario redentore del PCI”. Dall’appartenenza ai gruppi giovanili all’ascesa nazionale, la sua vita politica è presentata in maniera impeccabile, con un’attenzione particolare per l’omaggio alla salma di Enrico Berlinguer da parte del più importante esponente politico di destra del dopo-Mussolini: Giorgio Almirante. Nell’ultimo capitolo trova spazio il periodo finale del Partito Comunista Italiano con la centralità di Achille Occhetto, “segretario della svolta”, ad anticipare il panorama storico italiano ed europeo che chiude il saggio. Indiscutibile l’interesse della pubblicazione. Lodevole per la cura con cui vengono trattati argomenti spesso poco approfonditi nei classici manuali di storia contemporanea, che ne fanno auspicare una pronta diffusione nelle scuole e nelle università. Libro raro soprattutto per ricchezza e precisione di informazioni, capace di dribblare con naturalezza impressionante il banale campanilismo. Opera di “un comunista di Dio”, dall’esperienza e l’obiettività giuste per porsi ben al di là del semplice sventolio di bandiere rosse. VALERIO CHERVINO Onofrio Amoruso è nato a Penta di Fisciano, in provincia di Salerno, nel 1931, ma si può considerare un torrese d’adozione. Laureato in Giurisprudenza all’Università di Firenze, vice questore primo dirigente della Polizia di Stato, in servizio alla Questura di Milano e di Napoli (significativa anche la sua esperienza a Torre Annunziata), Ufficio Ispettivo per l’Italia meridionale e direzione di importanti commissariati, ora è in pensione. Studioso di filosofia e di problematiche politico-sociali, ha pubblicato precedentemente “La Torre di Babele” (1988), “La Rivoluzione impossibile” (1994) e “Ricordare Berlinguer” (2004).