A cura della Redazione
Il misterioso fascino della Villa di Poppea oggetto di studio da parte di un’équipe di scienziati internazionali. Oplontis Project è il progetto internazionale condotto attraverso uno studio multidisciplinare e sistematico sulla Villa A, vale a dire la Villa di Poppea, il cui completamento sarà corredato da una produzione monografica definitiva in 3D. Il coordinamento della ricerca è affidato ai professori John R. Clarke del dipartimento di Storia e Arte dell’Università di Austin in Texas, e Michael L. Thomas, ricercatore dello stesso ateneo statunitense, con la collaborazione della Soprintendenza Archeologica di Pompei, l’Università di Pisa ed Enti privati. In questi giorni, l’ingegnere olandese Dick van der Roest, con una particolare e sofisticata strumentazione elettronica, sta sondando varie parti della Villa in cui, secondo quanto dichiarato dagli stessi esperti, si evidenzia la presenza di una probabile struttura rustica al di sotto dei 5 metri. Tale eventualità rafforzerebbe le varie ipotesi scientifiche degli stessi studiosi che dal 2005 sono rimasti affascinati ed entusiasmati dal nostro patrimonio artistico. «La villa A di Oplontis - dichiara il professore Clarke - fornisce una testimonianza unica sulla vita dell’élite romana e degli schiavi nel periodo tra il 50 a.C. e il 79 d.C.. La conoscenza dell’architettura, della scultura, dei dipinti sono altri scopi del progetto che cerca di rispondere ad una specifica domanda sulla cronologia esatta della Villa e su come sia cambiata nel corso della storia». A differenza degli altri studiosi, il professore John R. Clarke fin dal 1987, sta approfondendo i suoi studi sui tanti dipinti ed altre opere d’arte presenti nel sito archeologico, diventando nel contempo anche un ottimo conoscitore della nostra lingua. Infatti, durante il nostro incontro, il responsabile del progetto ci ha accolto con un italiano perfetto, spiegandoci nei minimi dettagli le varie fasi dell’iniziativa scientifica. Prima di congedarci, il professore Clarke denuncia la non facile accessibilità allo stesso sito archeologico, a causa dell’attuale senso unico di marcia presente su via Sepolcri. Un problema, principalmente, per i tantissimi visitatori che raggiungono in auto la nostra città utilizzando l’autostrada Napoli-Salerno. PAOLO BORRELLI Dal settimanale TorreSette del 22 gennaio 2010