A cura della Redazione

Viva il Teatro! Dopo un evento come quello andato in scena ieri sera al Politeama di Torre Annunziata, è proprio il caso di inneggiare ad un’Arte sublime che, molto semplicemente e naturalmente, riconcilia lo spirito con il bello. La serata conclusiva della seconda edizione del “Premio Città di Torre Annunziata” ha prodotto suggestioni, eleganza, attrattiva,  fascino ed emozioni. Senza risparmio. La kermesse organizzata dal Teatro Pubblico Campano, dalla Federazione Italiana Teatro Amatori di Napoli e dal Comune di Torre Annunziata, in collaborazione con Politeama Multisala, ha fatto registrare la partecipazione di cinque compagnie che hanno portato in scena lavori diversi sia come matrice dei testi che come allestimento degli spettacoli. Questa premessa spiega la complessità del lavoro svolto dalla giuria di esperti (presidente l’attore torrese Giovanni Caso e composta da Pino Brancaccio, Anna Vitiello, Ivano Fontana e Giuseppe Chervino) che è stata chiamata ad un’attività oltremodo articolata. Merito del notevole livello artistico emerso nel corso di tutti gli spettacoli della rassegna. Alla fine a meritarsi il più alto gradino del podio è stato un testo inedito scritto, interpretato e diretto da un giovane talento torrese: Angelo Pepe. In “Qualcuno di troppo”, realizzato dalla Compagnia Lunaria, così come recita la motivazione della giuria, un’atmosfera spensierata, dolce, ricca, dove un frenetico ritmo a suon di parole sovrasta la scena, evidenzia la maestria degli attori che viene accompagnata dal sorriso del pubblico e dallo scroscio degli applausi fino alla chiusura del sipario. I toni, la mimica, i colpi di scena e soprattutto l’idea di un testo moderno ed originale, premiano a pieni voti l’autore che ha saputo carpire e rendere lo spettatore lieto di aver partecipato a questo bellissimo spettacolo. Ancora una volta vengono messi in evidenza la qualità ed il talento dei nostri giovani che con impegno, sacrificio e tanto lavoro hanno saputo descrivere la quotidianità, il nostro essere, i nostri difetti attraverso il Teatro, unico veicolo capace di renderci uniti, amici ed eternamente bambini. La serata, organizzata e condotta con maestria dal direttore artistico della manifestazione Dario Matrone, ha vissuto delle eccellenti incursioni della Ecleptica Musical, compagnia vincitrice della prima edizione del premio, delle performance degli attori Cosimo Alberti e Raffaele Imparato (entrambi nel cast della fiction di RAI3 “Un posto al sole”) e dell’esibizione di un’eccellenza torrese della danza: Federica Scaramella, prima ballerina del musical “Notre Dame de Paris”, opera di Riccardo Cocciante.

La compagnia vincitrice “Lunaria” viene iscritta di diritto alla successiva, terza edizione del premio. La struttura del prossimo concorso, però, sarà molto più ampia ed articolata. Verrà suddivisa in quattro categorie: teatro classico, contemporaneo, testi inediti e musical. Saranno iscritte tre compagnie per categoria e vi sarà un vincitore per ognuna di queste sezioni. Alla fine verrà assegnato, comunque, il premio unico finale che si contenderanno le quattro compagnie vincitrici. La terza edizione partirà già dal prossimo mese di ottobre con 12 spettacoli più la serata finale.

Il sindaco Vincenzo Ascione, visibilmente emozionato al termine della kermesse, ha sottolineato: «Questa è una manifestazione che merita di crescere perché può offrire a tanti giovani la possibilità di coltivare una sana passione e, perché no, anche una possibilità di sbocco nel mondo del lavoro. Nella nostra città si stanno sviluppando tante forme di arte, soprattutto nelle scuole. Noi abbiamo l’obbligo di favorire questo fermento in atto sul territorio». Anche Pasquale Manfredi, consigliere nazionale della FITA, ha ribadito l’importanza dell’oggetto sociale principale dell’attività dell’Ente rappresentato: la promozione culturale. Ed ha rivelato che città di Torre Annunziata è ufficialmente candidata ad ospitare una prestigiosa manifestazione: il Festival Nazionale della FITA 2019.  

Di seguito le motivazioni e tutti i vincitori.

Si è mossa con equilibrio, brio, ironia e autorità nelle intricate maglie della rete di una trascinante vicenda. Ha dominato la scena con una recitazione poliedrica, ricorrendo ad una mimica convincente e mai forzata. Eccellente interpretazione di un personaggio chiave della storia soprattutto nel dettare tempo e ritmo ai vari ospiti che facevano irruzione della sua trafficata abitazione. Miglior attrice protagonista: Stefania Borriello (“Qualcuno di troppo “ – Compagnia Lunaria)

Ma la partecipazione una festa di compleanno può sconvolgere, turbare, dissestare e complicare oltremodo la giornata di una giovane donna? Certo che sì! Lei ha affrontato questo frastuono imprevisto e imprevedibile con un’impostazione interpretativa variegata, policroma e vivace. Una presenza scenica che ha spaziato con sapienza tra l’opportunamente sussurrata e la decisamente coinvolgente. Miglior attrice non protagonista: Teresa Malacario (“Buon compleanno Henry” – Compagnia Senzarteneparte)

L'ansia, la paura e lo stupore per un'attesa, per un'ombra inafferrabile trattengono il pubblico in ostaggio per l'intera durata dello spettacolo. Una recitazione precisa e puntigliosa, e una onesta aderenza al testo lasciano gustare completamente la trappola psichica in cui si muovono i protagonisti. Una versione convincente di un celebre testo di Samuel Beckett. Miglior regia: Antonio Longobardi (“Aspettando Godot” – Compagnia Aulularia )

Silvia rimembri ancor… Ebbene sì di Silvia ce ne ricorderemo di sicuro,  il suo essere frizzante,  la sua ironia nelle battute, la sua simpatia fa aumentare il ritmo di uno spettacolo già pieno di energia. La sua voce, la sua abilità attoriale, dimostra padronanza scenica, dove ci fa capire che proprio lei non è "un qualcuno di troppo" in quella casa e con la sua bellissima parrucca bionda diventa tutt'uno con il personaggio. Migliore attrice caratterista: Sara Masiello (“Qualcuno di troppo”- Compagnia Lunaria)

In una dimensione assurda di eventi minimi, essenziali e ripetitivi l'abilità attoriale dei protagonisti spinge lo sguardo dello spettatore a seguirli fino alla fine, in quel tentativo fallimentare di muoversi, di procedere verso l'attesa di ciò che mai arriverà. Estragone, nel suo dialogare che, talvolta, rimanda al vuoto, riesce ad attirare l'attenzione in una sorta di incantesimo, cosa non sempre facile in una rappresentazione in cui ci sono ricorrenze ossessive di situazioni sempre uguali. Assai convincente nella caratterizzazione del suo ruolo, cioè di rendere quella prigione di scena e di vita, la più naturale possibile. Migliore attore protagonista: Francesco Esposito (“Aspettando Godot” – Compagnia Aulularia)

In un'atmosfera surreale dove tutto sembra statico, dove tutto si muove poco in uno spazio rinchiuso, l'arrivo dei due personaggi, Pozzo, padrone tiranno, e Lucky, tenuto al guinzaglio e obbediente ad ogni suo ordine, sembra voler dare un andamento movimentato. Pozzo nella sua interpretazione carica il personaggio di forza irruente, attraverso una spiccata gestualità ed una mimica ben marcata. Ogni sguardo è calamita per lo spettatore che viene scosso da un frenetico parlare di pupille dilatate ed occhi che sembrano voler uscire fuori dalle orbite. Tutto provocato da una contrazione muscolare che dà ancora più vigore al tono della sua voce che diventa possente e presente. Che sovrasta l'assurdità della scena stessa, elevandosi al di sopra di tutto. Miglior attore non protagonista: Luca Grassano (“Aspettando Godot” – Compagnia Aulularia)

In un tempo dilatato e in uno spazio indefinito, i pochi e precisi elementi messi in scena hanno posto l'accento sulla qualità della rappresentazione. Il sagace gioco di luci ha scandito con precisione non solo l'alternanza tra il giorno e la notte, ma è stato anche un brillante viatico emotivo, soprattutto in presenza di quella luna che con maestria ha trasportato tutti i presenti nel mondo dell'attesa infinita. Nella sua assurdità la scenografia ha trovato la sua brillante ragion d'essere. Migliore allestimento scenografico: “Aspettando Godot” – Compagnia Aulularia

Un’atmosfera spensierata, dolce, ricca, dove un frenetico ritmo a suon di parole sovrasta la scena, evidenzia la maestria degli attori che viene accompagnata dal sorriso del pubblico e dallo scroscio degli applausi fino alla chiusura del sipario. I toni, la mimica, i colpi di scena e soprattutto l’idea di un testo moderno ed originale, premiano a pieni voti l’autore che ha saputo carpire e rendere lo spettatore lieto di aver partecipato a questo bellissimo spettacolo. Ancora una volta viene messo in evidenza la qualità ed il talento dei nostri giovani che con impegno, sacrificio e tanto lavoro hanno saputo descrivere la quotidianità, il nostro essere, i nostri difetti attraverso il Teatro, unico veicolo capace di renderci uniti, amici ed eternamente bambini. Viva il Teatro. Migliore spettacolo Premio Città di Torre Annunziata 2018: “Qualcuno di troppo” – Compagnia Lunaria

E quando lo spettacolo volge al termine, e già sei contento perchè hai assistito ad un ottimo lavoro, in scena compare un ragazzino che con la sua energia e il suo fare da sfrontato, spiazza completamente lo spettatore. Menzione speciale per il piccolo Salvatore Russo (“Qualcuno di troppo – Compagnia Lunaria)