A cura della Redazione

Nuova eccezionale scoperta nell'antica Pompei. Il sito archeologico più visitato al mondo continua a stupire, sia per quanto già "visibile" ma soprattutto per quello che ancora "cela" sotto la coltre di ceneri e lapilli che distrusse l'insediamento romano nell'eruzione catastrofica del Vesuvio risalente al 79 d.C..

Uno splendido mosaico è stato rinvenuto nell'area delle Terme Stabiane. Decora il pavimento di una domus che, a seguito del terremoto del 62 d. C., fu abbandonata e trasformata per far spacio allo stesso complesso termale e ad alcune botteghe. Era stato dunque interamente "nascosto" per secoli. Ma grazie ad una campagna di ricerca e scavi affidata dalla Direzione Parco Archeologico alla Freie Universität Berlin con la collaborazione dell’Università di Napoli L’Orientale, è riaffiorato in tutta la sua bellezza. Costituisce, l'opera, il pavimento di una salone di un'abitazione più antica, individuato nella zona delle tabernae, nella centralissima via dell'Abbondanza, la strada principale della Pompei Antica.

"Il pavimento era a mosaico bianco bordato da una fascia nera con un emblema centrale, policromo - spiega in una nota il Parco Archeologico -. L’emblema infatti presenta un motivo geometrico a cubi prospettici, realizzati con tessere nere, bianche e verdi, bordato da una doppia fascia rossa e nera. Il motivo decorativo è ben noto per le pavimentazioni in opus sectile della cella del tempio di Apollo, del tablino della casa del Fauno o di un’esedra della casa di Trittolemo, casi in cui il motivo è esteso su quasi tutta la superficie pavimentale. Nella casa delle terme stabiane, invece, il motivo è realizzato solo nel piccolo riquadro centrale, a mosaico, come avviene in altri contesti, sempre in sectile, romani, tipo la casa dei Grifi sul Palatino. Le nuove indagini hanno permesso di comprendere al meglio la planimetria dell’edificio, risalente ai  decenni centrali del I sec. a. C., che si sviluppava per una superficie di circa 900 mq, ed era composto da ingresso, un grande atrio circondato da cubicola (stanze da letto), tablino ( studiolo), affiancato dal salone di recente scoperto, ed infine peristilio (giardino colonnato), caratterizzato da un ampio portico con ricca pavimentazione in mosaico policromo". 

Per il direttore Gabriel Zuchtriegel, la presenza del mosaico "è una prova di quanto c'è ancora da scoprire nella parte già scavata di Pompei. Le terme Stabiane furono scavate negli anni '50 dell'800, ma solo adesso viene alla luce tutta la complessa storia dell'isolato nei secoli prima dell'ultima fase di vita della città. Grazie alle nuove ricerche delle Università di Berlino e dell'Orientale di Napoli, oggi si può cominciare a riscrivere la storia dell'isolato, inserendone un ulteriore capitolo, quello di una sontuosa domus con mosaici eccezionali e ambienti spaziosi, che occupava la parte occidentale dell'area delle terme fino a pochi decenni prima dell'eruzione nel 79 d. C.. Anche la Pompei che pensavamo di conoscere già - conclude -, è una scoperta che continua".  

(foto Parco Archeologico di Pompei)