Si è conclusa con grande successo la XXX edizione del Festival Ethnos, la rassegna internazionale di world music diretta da Gigi Di Luca, che dal 6 settembre al 5 ottobre 2025 ha attraversato i Comuni Vesuviani e la città di Napoli con concerti, laboratori, incontri e workshop.
Organizzato da La Bazzarra, promosso e finanziato dalla Regione Campania attraverso Scabec, sostenuto dal Ministero della Cultura, Nuovo Imaie, Ente Parco Nazionale del Vesuvio, con il contributo dei comuni coinvolti nel progetto, della Banca di Credito Popolare, il patrocinio della Città Metropolitana di Napoli e la collaborazione del Dipartimento di Agraria dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, il Festival ha animato i territori di San Giorgio a Cremano, Portici, Ercolano, Torre del Greco, Boscotrecase, Boscoreale, Castellammare di Stabia e, per i quattro giorni finali, Napoli, con appuntamenti ospitati anche nel Parco Nazionale del Vesuvio. La risposta del pubblico è stata di grande soddisfazione, molti gli spettatori che non solo hanno seguito i concerti e si sono lanciati spesso in danze, ma hanno apprezzato la mostra fotografica ed i workshop di ballo.
Musiche dal mondo e comunità in festa
Tra i protagonisti di questa edizione: Ndima (Congo), Mari Kalkun (Estonia), Ernst Reijseger (Paesi Bassi) con Cuncordu e Tenore de Orosei, Sondorgo (Ungheria), Luciana Elizondo, Alkantara MediOrkestra, Cada Um Canta Uma con Joe Barbieri, Sarra Douik, Caamaño & Ameixeiras, Ambrogio Sparagna & Orchestra Popolare Italiana, Stefano Saletti & Banda Ikona, Davide Ambrogio, I Trillanti, Luisa Briguglio, Movimento Danza e Hysterrae. Un viaggio musicale che ha unito Mediterraneo, Africa, Asia ed Europa in un percorso di scambio e ascolto reciproco, confermando Ethnos come una delle rassegne più longeve e riconosciute della world music italiana.
Resistenza in scena e sostegno ai diritti umani
Visti i tempi, l’edizione 2025 ha anche posto l’accento sul tema “Resistenza in scena”, dedicando momenti e performance al valore della libertà e al dialogo tra i popoli. In particolare, Ethnos ha voluto esprimere vicinanza alla popolazione di Gaza e un forte richiamo al rispetto del diritto internazionale e dei diritti umani universali con riflessioni artistiche che hanno attraversato i concerti e gli incontri e attraverso iniziative simboliche, come la performance del duo galiziano Caamaño & Ameixeiras che a Napoli ha ospitato in maniera assolutamente estemporanea il canto di libertà della giovane artista tunisina Alia Mejiri. Un gesto di impegno culturale coerente con la storia del festival, che da trent’anni promuove la diversità, la pace e la solidarietà come principi fondanti.
Ethnos Generazioni: il futuro della world music
Grande partecipazione anche per Ethnos Generazioni, il concorso rivolto ai giovani talenti della scena etnica e world, che ha visto la finale a San Giorgio a Cremano il 28 settembre, confermando la funzione del festival come spazio di formazione, visibilità e crescita per le nuove voci artistiche. «Ethnos in trent’anni ha creato una comunità che attraversa suoni, culture e generazioni — dichiara Gigi Di Luca, direttore artistico — La resistenza oggi è culturale: è nel dialogo, nella memoria, nella capacità di restare umani attraverso la musica. Racconteremo tutto questo nel libro celebrativo che esce a dicembre»