"Come sindaco di Napoli già nel 2013 ho riconosciuto lo Stato di Palestina e penso di essere l'unico cittadino italiano ad avere anche la cittadinanza palestinese, con passaporto numero 6".
Luigi De Magistris entra subito nel dibattito di ieri sera, venerdì 3 ottobre, alla libreria Libertà di Torre Annunziata, discutendo su un tema di scottante attualità. L'occasione è stata la presentazione del suo libro "Poteri occulti", durante la quale l'ex magistrato è stato intervistato dal giornalista Salvatore Aulicino, direttore di "Agende Rosse".
Poteri occulti, il libro di Luigi de Magistris
"Il tuo libro sui poteri occulti - ha chiesto Aulicino a De Magistris - è tutto un programma sull'Italia dietro le quinte, tra P2, criminalità e poteri deviati di pezzi dello Stato".
La risposta dell'ex magistrato è iniziata dal suo primo processo : “Avevo 26 anni, ero un giovanissimo magistrato in Calabria, e alla prima udienza un avvocato mi chiese a chi appartenessi, gli dissi a nessuna corrente o partito ma ai miei genitori e alla mia terra, Napoli, per ribadire subito la mia autonomia". Poi precisa il suo concetto sui poteri occulti: "Sono persone che si infiltrano nelle istituzioni e ricoprono cariche importanti non per il bene del Paese. Noi pensiamo subito alla P2, ma ce ne sono altri più potenti di poteri occulti, in primis la ndrangheta che oramai ha una quantità enorme di denaro ripulito, controlla tutto il settentrione d'Italia, ha un grande potere militare e si infiltra nel cuore dell'economia e degli apparati dello Stato".
De Magistris, la Costituzione italiana e le stragi fasciste
Poi Aulicino gli chiede il perché secondo lui la Costituzione italiana è sotto attacco. "La nostra Costituzione è forse la più bella del mondo ma anche la più disapplicata - dichiara l'ex parlamentare europeo -, soprattutto nel primo e terzo articolo dove si parla di sovranità popolare e di rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, il potere non vuole che il popolo abbia diritti ma solo concessioni, perché altrimenti non è più sottomesso".
Poi De Magistris approfondisce i tanti fatti e misfatti tentati da chi ha voluto sempre ostacolare la nostra democrazia e libertà, dalla strage di Portella delle Ginestre al Caso Mattei, dalle stragi fasciste di Bologna e Piazza Fontana, dagli assassini di Falcone e Borsellino a quello precedente di Moro. "A tal proposito voglio aggiungere - precisa De Magistris - che il giorno dopo la morte del giornalista Mino Pecorelli uscì un suo articolo nel quale affermava che il generale Dalla Chiesa, anche lui vittima della mafia e dei poteri occulti, aveva detto a chi di dovere secondo lui dove era prigioniero Moro".
E poi aggiunge: “Anche le auto parcheggiate troppo vicine al citofono di via D'Amelio erano state segnalate alla Prefettura perché rappresentavano un grave pericolo per Borsellino, ma non furono rimosse, e una di esse, con tritolo a bordo, fu fatta esplodere per uccidere lui e la sua scorta".
De Magistris conclude il suo intervento ricordando un episodio dei suoi inizi da magistrato: “Fui invitato dalla preside di una scuola di Locri a parlare di legalità ma prima mi avvisò che tra gli alunni c'erano anche figli e nipoti di ndranghetisti, ed io risposi che non era un problema. Il giorno dopo il mio incontro con i ragazzi ritornai a parlare con la dirigente scolastica e lei mi confidò che erano venuti alcuni genitori a lamentarsi che io avevo messo ‘cattivi pensieri’ in testa agli studenti!".
L'interessante serata è terminata con una serie di domande poste dal numerosissimo pubblico presente, alle quali l'ex magistrato ha risposto con competenza e passione, frutto di tanti anni di esperienza professionale e politica.
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