A cura della Redazione

Con un cartellone estremamente variegato, ricco di interessanti spunti artistici, parte il prossimo 16 gennaio la “II Rassegna Teatro Amatoriale San Francesco - Premio Antonio Caso” promossa da “La Filodrammatica Sanfrancesco”. La kermesse, che si avvale del patrocinio morale della F.I.T.A. Campania (Federazione Italiana del Teatro e delle Arti) e del Comune di Torre Annunziata, è stata presentata alla stampa e alla cittadinanza ieri sera nella sala teatrale San Francesco in via Roma.

Liliana Peluso, direttrice artistica e cuore pulsante dell’iniziativa, ha fatto gli onori di casa sottolineando ai presenti: «Il progetto nasce di concerto con Don Paolino Franzese (parroco-rettore della Basilica Ave Gratia Plena e amministratore parrocchiale di San Francesco di Paola, ndr) per favorire la socialità in un territorio molto liquido, sgretolato che ha perso la coesione di un tempo. Lo scopo principale del Teatro, e in particolare quello amatoriale, è proprio quello di creare – in questo caso ricreare – socialità attraverso lo strumento fondamentale della promozione culturale».

Il ricchissimo programma prevede 15 appuntamenti, di cui 13 in concorso, con date fissate in prevalenza di venerdì (in calce al servizio la locandina) perché la primissima rassegna qualche anno fa, con compagnie di professionisti, nacque come progetto “Venerdì in parrocchia”. Il palco del San Francesco ospiterà opere di Eduardo De Filippo, Raffaele Viviani, Eduardo Scarpetta, Dario Fo, ma anche di autori contemporanei di rilievo a conferma del notevole spessore artistico fatto registrare dalla rassegna fin dal suo esordio.

Il sindaco di Torre Annunziata Corrado Cuccurullo, intervenuto all’evento, ha ricordato: «La nostra è una città che ha smarrito il senso di comunità, un aspetto che purtroppo viene riscontrato nella stragrande maggioranza dei comuni italiani. Per questo Teatro e Cultura rappresentano temi importanti per ricostruire la socialità». Ha poi aggiunto: «A Torre Annunziata contiamo ben 13 associazioni teatrali. Il nostro prossimo obiettivo è quello di accelerare i lavori dell’Auditorium Teatrale, in allestimento nell’aula magna della sede comunale di via Schiti, e di poterlo utilizzare integrandolo in un’offerta di disponibilità, che comprenda anche i teatri San Francesco e Mazzarello, nella quale l’amministrazione Comunale possa affiancare in maniera tangibile queste associazioni». In sintonia con il primo cittadino, l’assessore alla cultura Carmela Nappo: «Nel nostro territorio esiste un fermento culturale importante che bisogna favorire e incrementare. E’ in questo versante che si sta indirizzando la nostra attività cercando di accantonate pessimismo e sterili polemiche».

Il presidente di FITA Campania Vincenzo Ascione ha spiegato una delle fondamentali previsioni statutarie della Federazione: «FITA è un’associazione delle associazioni. Nasce per offrire servizi ai team che promuovono attività artistiche. La grande riforma del terzo settore, ancora in atto con l’applicazione della legge 117, impone cambiamenti radicali nella struttura dei sodalizi. E dunque FITA sta cercando di precorrere i tempi, con un’assistenza costante nei confronti degli associati, invitandoli a modificare gli statuti». Ascione conclude: «L’istituzione dei “FITA Point” (anche il teatro San Francesco lo è diventato, ndr) nasce anche dall’esigenza di guidare tutto il comparto amatoriale dello spettacolo ad affrontare questa delicata fase di cambiamento legislativo».

Anche quest’anno la “II Rassegna Teatro Amatoriale San Francesco - Premio Antonio Caso” si avvarrà di una giuria tecnica composta da Giovanni Caso (attore e musicista), Antonio Annunziata (attore), Giuseppe Chervino (giornalista), Anna Vitiello (promotrice culturale), Giovanna Esposito (docente e curatrice di progetti teatrali scolastici), Adolfo Santoriello (tecnico audio-luci) e Giuseppe Forcella (fotografo). I giurati quest’anno, in virtù della presenza in concorso di spettacoli con prevalenza musicale, verranno affiancati da un esperto di eccellenza: il maestro Gennaro Gurgone. E nel versante musicale è stato istituito un riconoscimento speciale dedicato alla memoria di Francesco Esposito, musicista, cantante e attivissimo promotore culturale della parrocchia di San Francesco, scomparso prematuramente.

Antonio Caso è sato ricordato con evidente emozione dal figlio Giovanni, brillante attore e musicista che aprirà la rassegna il 16 gennaio con lo spettacolo fuori concorso “I vedovi” dove andrà in scena in coppia con Giampietro Ianneo. Ma chi era Antonio Caso? Abbiamo chiesto a Liliana Peluso di tracciarne il profilo. 

E’ stato un uomo che ha dedicato la sua vita all’arte, al teatro e all’educazione dei ragazzi. E’ stato innanzitutto un pittore. Diversi suoi dipinti sono conservati proprio nella parrocchia di San Francesco di Paola, ispirati all’agiografia e agli episodi del Vangelo. Ma non solo. Ha applicato la sua professione in una delle sue più grandi passioni: il teatro. Preparava egli stesso le scene attraverso il tratteggio di personaggi, dipingendo i pannelli e le tele. Mentre montava, ideava e creava, si dedicava al testo teatrale con i personaggi che prendevano forma e che i “suoi bambini” (così amava definire i piccoli attori) avrebbero dovuto interpretare. E’ così che nacque “La Filodrammatica di San Francesco di Paola”. 

Lo spettacolo vero era quando saliva sul palco per dare le indicazioni di regia ai giovani attori: padrone della scena col suo fisico asciutto, agile, la grande mimica facciale e, soprattutto, lo sguardo vispo e furbo che travalicava le parole di una battuta. Proverbiali i suoi “a, b, c” per far comprendere il giusto tono da conferire alle parole che dovevano salire dal diaframma fino a raggiungere il soffitto della mente. Da quel palco dal quale ancora oggi riecheggiano i suoi “chou, chou, perzechè…”, e i diversi soprannomi affettuosi che utilizzava per rivolgersi gli attori della compagnia. Il garbo e la gentilezza furono le sue migliori “armi” con cui sapeva affascinare i giovani e non solo al teatro: tanti ragazzi invece che giocare in strada preferivano venire al teatro San Francesco, anche solo per un piccolo ruolo. Allora forse non c’erano tante ambizioni e magari i giovani venivano per fare nuove amicizie, ma il “professore” (così lo chiamavano nel quartiere) riusciva a trascinarli sul palcoscenico. Come tutti i bravi maestri sapeva essere severo ma sempre con i toni giusti. 

Gli autori che privilegiava erano Eduardo Scarpetta e Eduardo De Filippo e sicuramente in tanti ricorderanno la “Cantata dei Pastori” rappresentata in cinque serate “sold out”. Ma allora non esistevano internet e i social, c’erano i giornali locali come La Voce della Provincia che parlava de La Filodrammatica. Oggi sarebbe fiero di vedere che alcuni di quei “bambini” appassionati alla drammaturgia e memori dei suoi insegnamenti, custoditi nel cuore e nella mente, stanno cercando di fare de La Filodrammatica qualcosa di più di una compagnia: una famiglia il cui “Papà” continua a seguirli da lontano con lo sguardo. 

Info rassegna: 3803650328