Prima un convegno all’istituto regionale “Paolo Colosimo” alla presenza di istituzioni e addetti ai lavori, poi uno spettacolo nello stesso istituto, dal titolo “Scetate Partenope”. Domani mattina appuntamento nelle stanze di palazzo Criscuolo a Torre Annunziata, e il 1 dicembre a Castellammare di Stabia.
Un vero e proprio tour in pochi giorni. Così, sette giovani ragazzi, attori e professionisti, Deborah Di Francesco, Valentina Coppola, Josepha Pangia, Costanzo Salatiello, Alessio Palumbo, Francesco Barra, Stefano Coppola, componenti della associazione “Nuova Comune Aps”, stanno presentando al mondo, il loro progetto rivoluzionario: Il teatro sociale e civile e le arti come strumento di prevenzione, educazione e informazione.
Il messaggio della associazione è forte e chiaro. Arriva dirompente come una sorgente di luce in tutti quei luoghi nei quali si vive in maniera drammatica il disagio sociale, dove la luce si è spenta e si vive in una sorta di limbo di disperazione, e di scarsa fiducia nel futuro. L’arte, nello specifico, quella del teatro, si riappropria della sua naturale funzione sociale, e si trasforma in uno strumento fondamentale.
Il concetto è chiaro: esiste una possibilità che non tutto sia perso. Che non tutti gli errori commessi nella vita possano essere visti come condanne a morte, senza appello. Che esista da qualche parte, un piccolo lumicino di speranza per un “risveglio”, per un nuovo inizio, per una nuova vita. Il progetto, denominato “Edu Pro, l’eco del tempo” e che è stato finanziato dal Ministero della Giustizia, prevede dei veri e propri laboratori di arte teatrale, sia all’interno delle carceri, che all’esterno. Presenti all’istituto Colosimo, Roberta Gaeta membro osservatorio detenuti della Regione Campania, Anna Carcarino, funzionario giuridico pedagocico casa circondariale Mandato di Secondigliano, Raffaella Sorrentino cooperativa Xena, Pietrina Bianco membro osservatorio regionale contro la violenza sulle donne, Daniele Scarallo operatore Cert, Daniele Moschetti membro cooperativa “la paranza” e Mirco Feltracco membro “delirio creativo”.
“il teatro sociale – dice Roberta Gaeta - è un progetto ministeriale che testimonia il lavoro che si fa in ambienti complessi. Esiste altro - continua - oltre alla detenzione e il percorso che si svolge all’interno del carcere, coinvolge la collettività. Inoltre, la possibilità di rendere interattivi i percorsi diventa uno strumento prezioso per sensibilizzare l’opinione pubblica”. “Un progetto importantissimo – spiega Anna Carcamo - che già da due anni la Nuova Comune, porta avanti nel nostro carcere. Un ritorno all’impegno che i nostri utenti mettono, al di là del reato e della loro condotta. Importante per loro rivedere il proprio vissuto in una nuova luce con la consapevolezza di poter anche cambiare”.
Presidente dell’associazione Nuova Comune, è l’attrice Deborah Di Francesco: “All’interno della nostra associazione - dice Deborah - lavorano sia esperti del settore artistico, sia esperti del settore educativo e pedagogico. Al momento lavoriamo nel carcere di Secondigliano con i detenuti di alta sicurezza. Loro - rivela - sono meravigliosi, Importante dire che noi lavoriamo in contesti che sembrano distanti, ma sono facce della società. Crediamo fortemente che l’educazione e la prevenzione, siano fondamentali. Il nostro metodo? Ci poniamo sempre in una dimensione di non giudizio. Non è il nostro ruolo. Noi - puntualizza - vogliamo soltanto fornire uno strumento per la riscoperta, un qualcosa che non hanno mai affrontato prima. Queste persone non avrebbero mai fatto il teatro. Questi ragazzi – annuncia la presidente - hanno attraversato un cambiamento e si sentono parte della compagnia. Hanno avuto la possibilità di cimentarsi in personaggi, e sono migliorati nell’ascolto, Questa società dovrebbe avere un obiettivo diverso. Il carcere non è soltanto un luogo dove si sconta la pena. Nel frattempo bisogna assolutamente rieducare. Soltanto così si può concretizzare un risveglio e una rivincita sulla vita".
E a proposito di risveglio, a distanza di qualche giorno, la stessa Di Francesco, ha portato in scena nello stesso istituto, “Scetate Partenope”, uno spettacolo scritto e diretto da lei, ed interpretato da Deborah di Francesco e da Marco Gregorio Pulieri. Una sorta di poesia figurata, nella quale un giovane cantastorie, Cimone, accompagna Partenope, in un viaggio affascinante tra musiche, pezzi ricercati, e composizioni originali. Il risveglio, è proprio il comun denominatore di tutto lo spettacolo. I frutti del grande lavoro svolto dall’associazione, e dagli stessi detenuti, potranno essere toccati con mano il 18 dicembre con uno spettacolo nel carcere di Secondigliano, dove si esibiranno gli allievi attori detenuti con i professionisti in un testo dal titolo “E la nave non va” scritto proprio a seguito del lavoro svolto dal laboratorio di drammaturgia e scritto con gli stessi allievi.


