«Della mia Torre amo tutto. Quando cammini non ti rendi conto del tempo e ti perdi all’angolo tra un dettaglio e lo stupore. I luoghi di questa Terra svelano incanti, da caderci dentro. E poi, dopo, conserverai sempre alcuni angoli di meraviglia, frammenti di ricordi, una strada lastricata di bellezza e una finestra misteriosa dentro cui avresti voluto guardare».

Anna Vitiello riverbera emozioni. E lo fa qualche giorno dopo la rievocazione storica per celebrare i 706 anni del culto dell’Annunziata e la nascita della Turris Annunciatae di cui è stata una fondamentale autrice, interprete e promotrice.

Il corteo che si è snodato per più di due chilometri il 20 ottobre sul corso principale da un punto cardinale all’altro della città, ha proiettato il territorio indietro di sette secoli. Anche i passanti distratti si sono fermati per chiedersi “ma questi chi sono?”. Sì, perchè la parata di figuranti e attori dell’Associazione Rievocatori Storici “Fantasie D’epoca” ha avuto il potere di insinuarsi nella mente soprattutto di chi è totalmente assorto e raccolto nel complicato quotidiano e, probabilmente, non si è mai chiesto quali sono le origini della denominazione Torre Annunziata.

Dalle due ali di folla che hanno accompagnato il corteo storico lunedì sera emergevano inconfondibili gli sguardi di stupore, sorpresa, ammirazione. La Storia, la “nostra” Storia può fare anche questo effetto.

Insieme agli attori e figuranti in abiti d’epoca, hanno contribuito ad evocare atmosfere medioevali i pistonieri e archibugieri “Santa Maria del Rovo”. Le loro uniformi e le scariche a salve di archibugi e pistoni hanno azionato la macchina del tempo riportandoci al 19 settembre 1319 quando «Carlo d'Angiò donò con diploma emesso in Aversa per Don Bartolomeo di Capua Ministro di Stato e Protonotario del Regno, quattro moggia di terra a dei fedeli, Guglielmo di Nocera, Puccio Franconi di Napoli, Andrea Perrucci di Scafati, Matteo di Avitaya che fondarono una chiesa dedicata alla Vergine Annunziata, un piccolo monastero e un ospizio nel luogo detto "La Calcarola"».

Questo momento sostanziale della nascita della nostra città è stato teatralizzato, al termine del lungo corteo, all’interno di un’affollatissima Basilica Maria SS. della Neve in un’atmosfera profonda, spirituale, emotiva. La superba voce di Francesca Maresca, ambasciatrice nel mondo della canzone napoletana, ha creato la connessione ideale tra storia, memoria, fede e amore.

L’evento, inserito nel programma dei festeggiamenti del 22 ottobre, ha ribadito l’indissolubilità del culto dell’Annunziata con lo sviluppo urbanistico del borgo.

Insieme alla rappresentazione teatrale “Maria ad Nives”, la rievocazione storica della fondazione della città ha rappresentato uno dei momenti di spessore culturale più imponenti della festa patronale edizione 2025.