Una barca, il mare, la spiaggia di sabbia vulcanica, un gruppo di pescatori, una scarna abitazione, una chiesa. Ambientazione che ha condotto e immerso, sabato 18 e domenica 19 ottobre, un fortunato gruppo di cittadini torresi nella memoria, nel culto, nelle tradizioni, nella “nostra” storia. Perché, indipendentemente dai racconti e dalle leggende, Torre Annunziata nasce da lì da quel ritrovamento, da quel quadro, dalla “nostra” Madonna bruna con il bambino, il 5 agosto di un imprecisato anno più di settecento anni fa.

Ed è stato un giovane attore e autore torrese di appena 23 anni, Giuseppe Russo, a rielaborare e rinnovare a tutti noi una narrazione che abbiamo appreso fin da piccoli dai nostri genitori prima e dagli studiosi del territorio poi. Tra i commenti in rete abbiamo letto “definire spettacolo Maria ad Nives è riduttivo”. Verità assoluta. E’ stato un gigantesco momento di ipnosi collettiva provocata da un testo profondo, intenso, appassionato, dalle sfumature intime e coinvolgenti. Se consideriamo, poi, che Giuseppe Russo lo ha scritto quando aveva appena 16 anni, allora possiamo anche convincerci delle enormi potenzialità e dello spessore culturale-artistico che esprime la nostra città.

Noi ne siamo convinti fin dalla pubblicazione del primo numero cartaceo della nostra testata più di 22 anni fa, quando Giuseppe Russo non aveva spento ancora la prima candelina. E portiamo avanti questa battaglia (termine improprio per le città “normali”) affiancando e promuovendo lo straordinario movimento teatrale attivo sul territorio dove, paradossalmente, l’ultimo teatro ha chiuso i battenti più di tre anni fa.

Ora sembra (e sottolineiamo “sembra”) che anche l’amministrazione comunale abbia iniziato se non a leggere le nostre sollecitazioni, almeno a identificare e censire queste risorse culturali per favorirne lo sviluppo. Ha contribuito ad inserire “Maria ad Nives” nel programma della festa patronale, ad incoraggiare la realizzazione sebbene in una location (lo spazio esterno il dopolavoro ferroviario in piazza Nicotera) che ha penalizzato l’80 per cento degli spettatori posizionati sullo stesso livello del palcoscenico e, dunque, costretti a continue contorsioni del busto per guadagnare un anfratto di visione utile.

In ogni caso “Maria ad Nives” ha stabilito un primato: i festeggiamenti del 22 ottobre non avevano mai contemplato uno spettacolo teatrale totalmente dedicato alla nostra Patrona e, soprattutto, realizzato con competenza, professionalità, perizia e, perché no, amore. Un precedente che potrebbe tracciare un solco, creare una svolta epocale nell’organizzazione delle successive edizioni della festa patronale e della rievocazione storica del 5 agosto: spazio assoluto alle realtà artistiche del territorio in luogo dell’affannosa e costosa ricerca dei De Piscopo, Laurito e Procopio di turno.

In “Maria ad Nives” di Giuseppe Russo, per la regia di Maria Autiero, hanno recitato: Giovanni Caso, Esmeraldo Napodano, Martina Caso, Giuseppe Russo, Pasquale Cirillo, Raffaele Franza, Enrico Castellano, Lea Romano, Germano Ciaravola e Gianfranco Cirillo