A cura di Enza Perna

Tarocco Napoletano, questo è il nome del nuovo format teatrale, uno spettacolo “andato in scena” sabato 25 e domenica 26 ottobre nella bellissima cornice del Rena Nera di Torre Annunziata.

Un format dinamico e immersivo che vede la rottura della barriera tra pubblico e attore attraverso un'interazione attiva che offre allo spettatore la possibilità di vedere lo spettacolo da diverse prospettive, come un amante complice nell'arte, ideale compagno di scena dei sogni.

Magistrali in questo e nella loro interpretazione i protagonisti che si definiscono “artisti disgraziati musici” guidati dal maestro Raimondo Esposito seguito da Francesca Masucci, Giuseppe Caputo, e ancora altri “artisti tarocchi” come Irene Isolani, Mario Donadio, Annalisa Barbato, Luca Grassano, Esmeraldo Napodano, Gennaro Davide Niglio, Enricohito, Dalemambo.

I testi noti selezionati come da testimone diventano un omaggio a chi in qualche modo ha fatto luce nel viaggio di Tarocco Napoletano, i contenuti conosciuti dunque, diventano faro ad altri testi inediti e brani editi che rivivono grazie agli arrangiamenti del Maestro Raimondo Esposito.

La prima tappa del viaggio è Il sogno del Matto, un sogno laddove alcuni artisti disgraziati un poco tarocchi ma ancora ricchi di umanità tentano la loro rivolta poetica, viaggiando su ruote di un carro malandato, alla conquista del sacro fuoco dell'arte ed un pezzo di pane, simbolo e dedica all'eterno andare in un'arte tanto povera quanto eterna e sublime.

Ogni personaggio tarocco prende vita tramite l’interpretazione, coinvolgendo il pubblico che entra in pieno in questa esperienza immersiva.

Profonda e forte l’interpretazione di Esmeraldo Napodano nei panni del “femminiello”. Un monologo intenso che racconta l’esperienza di un omosessuale che si prostituiva sottolineando come le persone lo usassero per un “quarto d’ora di compagnia”, come la canzone che lo accompagnava citava.

La musica dal vivo ha reso il racconto dei personaggi ancora più suggestivo, attorniati da una scenografia itinerante. Percepibile la grande sinergia tra i diversi personaggi.

Un lavoro profondo che va aldilà del semplice spettacolo teatrale! C'è amore, amore di stare insieme. C'è rabbia, sì ma è sacra. Un sogno che non consola ma sveglia. Non intrattiene, ma interroga. Un sogno che urla. Un grido fatto per non dimenticare i margini, i dialetti, gli ultimi, i deboli egli sconfitti. Artisti tarocchi che si contorcono a dire forse qualcosa di vero. Una verità onesta “Siamo solo tarocchi”.

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