"Dopo l'eruzione del Vesuvio del 79 dopo Cristo, chi si recava a Pompei poteva ancora riconoscere le abitazioni perché fuoriuscivano di un paio di metri dalla coltre di lapilli e cenere".
Così ha risposto il professore e archeologo Salvatore Ciro Nappo (a destra nella foto sotto) ad uno dei partecipanti al dibattito per la presentazione del libro dello scrittore e giornalista Carlo Avvisati (a sinistra nella foto) "Pompei. Guida turistica di un viaggiatore di duemila anni fa".
Nappo ha introdotto l'incontro, ha presentato l'autore e insieme hanno interloquito con il pubblico su un argomento di grande interesse organizzato dalla presidente dell'Archeoclub Mirella Azzurro, dal Gruppo Storico Oplontino e dall'AREV, Ospitalità Diffusa, guidato dall'avvocato Aldo Avvisati.
L'iniziativa si è svolta a Torre Annunziata presso Palazzo Criscuolo, alla presenza dell'assessore alla cultura Lina Nappo, che ha portato i saluti dall'amministrazione comunale e ha citato l'importanza degli scavi archeologici di Oplonti, non minori rispetto a quelli di Pompei per la bellezza degli affreschi, delle statue e degli altri ritrovamenti, tra l'altro sono ancora in corso lavori in via Sepolcri per portare alla luce l'intera villa di Poppea.
"Alcuni anni prima dell'eruzione del Vesuvio c'era stato un evento sismico, poi scosse continue e molti abitanti erano andati via - racconta Carlo Avvisati - anche perché erano in corso le ricostruzioni o riparazioni delle loro abitazioni da parte degli artigiani, per cui fortunatamente morirono meno persone".
Il dibattito si è concluso con altre domande dei presenti e con un intervento del Gruppo Storico Oplontino, un cui esponente ha citato i cibi più noti di Pompei e di Oplonti tra cui la famosa cassata.
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