A cura della Redazione
Un autentico attentato alla libertà di stampa. Un atto assurdo, ignobile quello di cui s’è reso protagonista ieri il presidente del consiglio comunale di Torre Annunziata Gioacchino Langella vietando la diretta via streaming dell’assise pubblica da parte di Radio Nuovevoci. Una decisione che contrasta nettamente con la legge 267/2000 che consente la “possibilità di documentare via Internet lo svolgimento delle sedute pubbliche del consiglio comunale, purchè i presenti ne siano informati e non vengano diffusi dati sensibili”. Comunicazione che i colleghi dell’emittente torrese hanno regolarmente recapitato ai destinatari prima dell’inizio del consiglio. E in risposta hanno ottenuto le “attenzioni” di una pattuglia della Polizia di Stato, allertata dallo stesso presidente del consiglio comunale, che li attendeva all’ingresso dell’aula consiliare di via Schiti per vietarne qualsiasi tipo di attività giornalistica d’informazione in diretta. Quando Antonio Manzo, direttore responsabile delle trasmissioni di Radio Nuovevoci, è riuscito, dopo non poche difficoltà, ad avvicinare Langella, quest’ultimo ha dichiarato: «Non entrate nell´aula perchè non siete stati autorizzati a trasmettere in diretta il consiglio comunale». Langella non sa (o fa finta di non sapere) che la 267/2000 non prevede alcuna “autorizzazione” per documentare in diretta i lavori di un consiglio comunale, ma una semplice e banale “comunicazione”. In ogni caso, ieri ai colleghi di Radio Nuovevoci è stato impedito di esercitare un diritto sacrosanto sancito da una legge dello Stato: informare i cittadini su quanto accade nel consiglio comunale. Un atto, ripetiamo, di una gravità estrema che induce ad una seria riflessione. A cosa serve il bavaglio alla stampa? Per coprire quali incapacità, inettitudini, incompetenze, inutilità? Se non siamo indiscreti e se ci è ancora consentito, saremmo curiosi di saperlo. A nome dei cittadini torresi, naturalmente. LA REDAZIONE Di seguito pubblichiamo il comunicato di Radio Nuovevoci sull´incresciosa vicenda. Ci preme fare chiarezza su quanto accaduto ieri in occasione del Consiglio Comunale di Torre Annunziata dove ci è stato proibito di trasmettere in diretta, e in qualsiasi altra forma, le immagini e l´audio dell´Assemblea. - Alle ore 16 del giorno 18 maggio, Radio Nuovevoci viene a conoscenza della convocazione del Consiglio Comunale dalle pagine di torresette.it, visto che nessun manifesto è stato ancora affisso in città; - alle ore 9.30 del giorno 19 maggio, con protocollo n. 0013770, viene comunicata al Presidente del CC e al Sindaco la presenza in Assemblea delle nostre telecamere ai sensi del decreto legislativo n. 267/2000; - alle 16.40 Antonio Manzo, Nicola Frega e Carlo Carillo, cronisti di Radio Nuovevoci, giungono in Assemblea ma vengono accolti preventivamente dalla Polizia che riferisce loro di avere avuto ordine di non permettere alcun tipo di ripresa dell´evento; - dopo qualche minuto, convinti gli organi di Polizia presenti, il direttore Antonio Manzo incontra il Presidente del C.C., Gioacchino Langella, per chiedergli spiegazioni sull´inconveniente; - Langella risponde in maniera stizzita ed infastidita, invitando ad uscire il nostro staff; - Langella giustifica la sua scelta adducendo la mancanza di una propria autorizzazione all´ingresso delle telecamere o di qualsiasi altra attrezzatura atta alle riprese del C.C.; - per Langella il nocciolo della questione diventa: "Ci vuole l´autorizzazione, voi invece avete compiuto una semplice comunicazione". In ogni caso, secondo il Presidente, la cosa non sarebbe possibile a causa della tutela della privacy che investe i consiglieri presenti e di cui lui sarebbe garante; - molti consiglieri gli mostrano la propria disponibilità alla realizzazione della diretta streaming ma Langella si dichiara contrario. Qualche altro consigliere gli chiede di far partire l´Assemblea proprio con una votazione dei presenti sulla possibilità di una diretta ma Langella nega categoricamente anche questa nuova possibilità; - Langella ci propone di risolvere la vicenda in altre sedi e con più calma, invitandoci privatamente presso il suo studio. Noi rigettiamo l´invito considerando la pubblicità della questione e il rischio che un diritto passi per una concessione. - per farvi comprendere quanto sia assurdo tutto questo chiediamo il soccorso della legge. Il Garante della privacy, con parere del 28 maggio 2001, ci dice: "È possibile documentare via Internet lo svolgimento delle sedute pubbliche del consiglio comunale, purché i presenti ne siano informati e non vengano diffusi dati sensibili. Negativo è invece il parere sulle riprese delle riunioni di giunta e degli incontri con il pubblico" Con parere del 11 marzo 2002 il Garante ribadisce: "Sì alle riprese e alla diffusione televisiva delle riunioni del consiglio comunale, anche al di fuori dell’ambito locale e con le opinioni e i commenti del giornalista, purché i presenti siano stati debitamente informati dell’esistenza delle telecamere e della successiva diffusione delle immagini. Va comunque osservata una particolare cautela per prevenire l’indebita divulgazione di dati sensibili e si deve in ogni caso evitare di diffondere informazioni sulle condizioni di salute". I soggetti pubblici possono trattare e diffondere dati personali senza dover acquisire il consenso degli interessati, purché esista una legge o un regolamento che glielo consenta. La legge sulla privacy li autorizza, inoltre, a trattare alcuni dati sensibili (ad esempio le opinioni espresse dai consiglieri durante le sedute) nei limiti in cui ciò risulti necessario ad assicurare la pubblicità dell’attività istituzionale, fermo restando il divieto di divulgare informazioni sullo stato di salute. Pubblicità di atti e sedute consiliari che è espressamente garantita dal testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali (d.lg. n.267/2000), il quale demanda al regolamento comunale l’introduzione di eventuali limiti. Proprio questa fonte normativa, a parere del Garante, può costituire la sede idonea a disciplinare modalità e limiti di pubblicità delle sedute, comprese le eventuali riprese televisive. E’ nel regolamento, dunque, che potrebbe essere sancito l’obbligo di informare i partecipanti alla seduta dell’esistenza delle telecamere, della successiva diffusione delle immagini e degli altri elementi previsti dalla legge sulla privacy. Nella stessa sede poi, si potrebbero specificare anche le ipotesi in cui eventualmente limitare le riprese per assicurare la riservatezza dei soggetti presenti o oggetto del dibattito. Ad esempio, nel caso di una seduta che delibera l’attribuzione di benefici a particolari categorie di soggetti e nel corso della quale potrebbero emergere dati sensibili, (salute, razza etc.). La diffusione delle immagini da parte della televisione locale può essere effettuata, ha chiarito l’Autorità, senza il consenso degli interessati (art. 25 l. 675/96 e codice deontologico sull’attività dei giornalisti), mentre non è conforme alla normativa, limitare il diritto di cronaca al solo ambito locale, a meno che il Comune non lo abbia previsto nel regolamento. Né si può impedire al giornalista di esprimere opinioni o commenti durante le riprese. Il Garante ha ricordato infine, che la legge sulla privacy riconosce al Consiglio comunale nel suo complesso e ai singoli componenti, la facoltà di esercitare alcuni diritti a tutela dei dati raccolti, in questo caso le immagini, come quello di poter visionare, anche prima della messa in onda, le riprese effettuate. - Il regolamento del Consiglio Comunale di Torre Annunziata recita: Art.37: adunanze pubbliche: 1) le adunanze del Consiglio Comunale sono pubbliche salvo quanto stabilito dall’art. 56 2) nell’apposito spazio riservato al pubblico chiunque può assistere alle adunanze Bene, non ci crederete ma all´art. 56 non si parla affatto della pubblicità o meno del Consiglio! - Ricapitolando: per trasmettere in diretta un Consiglio Comunale, basta informare i partecipanti e il presidente della presenza di telecamere o di altri mezzi di ripresa, non serve alcuna autorizzazione, se non richiesta esplicitamente all´interno del Regolamento del Consiglio Comunale. Per quanto attiene alla tutela della privacy essa viene meno considerata la pubblicità della seduta a meno che non metta in discussione diritti sensibili come gli orientamenti sessuali, malattie dei componenti, razza, etc.. - Nonostante tutte queste fonti normative, il Presidente Gioacchino Langella non ha cambiato idea. In ogni caso ci mostriamo favorevoli ed aperti a un dialogo, scritto e non privato come da lui richiesto (riteniamo che un diritto non possa correre il rischio di essere tradotto come una concessione privata) che possa fare un po´ di chiarezza su una pagina scura della vita amministrativa della nostra città. Lo staff di Radio Nuovevoci