A cura della Redazione
Vesuvio: nuovo piano per fuggire Fuggire dalla zona a rischio al massimo entro tre giorni per raggiungere aree sicure all’interno della sola Campania, rigorosamente a bordo delle proprie automobili. Sono i nuovi ordini di evacuazione impartiti dalla Protezione Civile Nazionale per fronteggiare il rischio Vesuvio. Nel frattempo, è stato approvato il Pso - il piano strategico operativo redatto dalla Provincia di Napoli. Ad illustrare le novità della “grande fuga” gli ingegneri Antonio Rulli, Domenico Fiorito, Luisa Madeo e Stefano Ciavela che, nel corso del summit tra esperti a Palazzo La Salle, sede distaccata del municipio di Torre del Greco, hanno sconfessato il vecchio piano e snocciolato inedite possibilità di salvezza per il popolo del Vesuvio. In primis, i tempi dell’esodo, ridotti drasticamente da sette giorni a settandadue ore: un sistema - hanno spiegato i funzionari - per evitare che, in fase di allarme, le strade del circondario si trasformino in una gigantesca trappola di morte. A proposito di strade e autostrade, grosse novità anche sul fronte delle vie di fuga: se il vecchio piano prevedeva il trasferimento di massa in Sicilia e Calabria, il progetto rivisto e corretto contempla solo lo spostamento della popolazione a rischio all’interno della Campania. Come a dire: «Scappate, ma entro i confini regionali e a bordo delle vostre auto». Sì, perché sempre secondo l’aggiornamento diffuso dalla Protezione Civile, la fuga dovrà avvenire attraverso i mezzi propri o, in caso di necessità, con l’ausilio del trasporto pubblico. Addio, dunque, alle fughe via mare o ai treni della disperazione, giudicati troppo poco sicuri. Spazio alle partenze “intelligenti”. Quelle, cioè, in stile ferragosto o ponte natalizio sulla Salerno-Reggio Calabria. «Ci sono degli inconvenienti - avvertono i funzionari - ma li risolveremo con l’aiuto delle amministrazioni locali». Proprio per scongiurare il pericolo di autostrade che si trasformano in gabbie e bus di linea ingolfati, ecco l’idea di un Ufficio di Piano: una sorta di cabina di regia attraverso la quale informare i Comuni della zona rossa dello stravolgimento dei piani di fuga. Una campagna che dovrà ovviamente interessare anche i cittadini: un milione di persone alle quali far capire come, quando e dove andare nei giorni in cui il Vesuvio minaccerà di esplodere. Una vera “missione” da portare a termine entro dicembre, termine ultimo fissato dal dipartimento nazionale per informare le amministrazioni locali. Poi si passerà alla fase pratica: adattare il piano al territorio. Intanto, lo scorso 9 novembre, il presidente della Provincia Dino Di Palma e l’assessore all’Urbanistica Francesco Moccia, hanno illustrato gli interventi previsti dal Piano Strategico Operativo. L’obiettivo del Pso è affrontare al meglio la condizione di emergenza della zona rossa, riuscendo a decomprimere la densità abitativa dell’area e migliorare le vie di fuga, valorizzando i centri storici e le attività produttive. La strategia del piano - scaturita da un’intensa attività di concertazione interistituzionale tra la Provincia di Napoli, i diciotto comuni della zona rossa, l’Ente Parco, la Regione Campania, la Camera di Commercio e le parti sociali - è stata abbinata ad un sistema organico di azioni progettuali e programmi di intervento concretamente realizzabili. Insomma, un disegno particolarmente articolato per garantire la massima sicurezza in caso di eruzione al milione di abitanti che vive sotto la cintola del Vesuvio. Un intero popolo da sfrattare cercando di orientarsi all’interno delle direttive impartite da due differenti piani di evacuazione e, soprattutto, tentando di contenere la furia della natura. BENNI GAGLIARDI