A cura della Redazione
Niente regalo sotto l’albero per i 2.701 studenti beneficiari della borsa di studio per l’anno scolastico 2005/2006. Il bonus di 130 euro a studente sarà riscosso solo a gennaio del prossimo anno. Un vero peccato: 351 mila euro che avrebbero potuto dare un imput all’economia locale e fatta la gioia di molti ragazzi. Ma quali sono i motivi di un così grave ritardo? Il vostro umile cronista munitosi di carta e penna si è incamminato verso l’ufficio Pubblica Istruzione di piazza Nicotera. Qui ci ha accolto con cortesia il responsabile Enrico Capossela. “Il nostro ufficio - ha spiegato - ha concluso l’iter burocratico delle pratiche ad ottobre. Alla fine del mese abbiamo trasmesso l’elenco dei 2.701 beneficiari delle borse di studio all’Ufficio Ragioneria del Comune affinché fosse emesso il relativo mandato di pagamento. Qui termina la nostra competenza e incomincia quella di un altro ufficio”. Grazie per l’informazione. Mi rimetto in cammino e mi dirigo verso via Dante, sede dell’Ufficio Finanziario del comune oplontino. Attingo informazioni e vengo a sapere che l’elenco degli assegnatari della borsa di studio, con il relativo mandato, è stato trasmesso alla Banca Nazionale del Lavoro intorno alla prima decade di novembre. “Purtroppo - ci spiegano - l’istituto bancario ci ha risposto che era pressoché impossibile dar corso ai pagamenti (circa tremila) in un periodo a ridosso delle festività natalizie, per l’enorme mole di lavoro dovuto a pagamenti di doppia mensilità, adempimenti di fine esercizio, ecc.. A dire il vero - continua il nostro interlocutore - la Banca voleva venire incontro alle nostre esigenze sottoponendoci alcune soluzioni alternative, quali il pagamento a mezzo bonifico bancario con accredito sul conto del beneficiario oppure l’emissione di assegni circolari e spedizione al domicilio dei destinatari, ma abbiamo dovuto soprassedere data la complessità delle operazioni e considerato il poco tempo che ci separava dalle festività natalizie. Per cui - conclude - abbiamo deciso a malincuore che forse era meglio rinviare i pagamenti all’inizio dell’anno prossimo”. Prendo nota di quanto riferitomi, rimetto a posto i miei arnesi del mestiere (carta e penna) e torno alla redazione del giornale. Camminando, camminando, però, mi sorge un dubbio: «Tutti si sono dimostrati dispiaciuti di come sono andate le cose Ma è possibile che nessuno, dico proprio nessuno ci abbia poi “guadagnato”...?». DOMENICO GAGLIARDI