A cura della Redazione
Adesso le donne sono cittadine di serie A, al pari degli uomini. Sono padrone di se stesse, godono dell’eguaglianza giuridica, lavorativa ed hanno gli stessi diritti degli uomini. Una libertà che la donna si è dovuta conquistare con dure proteste, o addirittura con la morte. Tutti oramai conoscono il massacro del 1908, quando l’8 marzo, 129 donne furono bruciate vive in una fabbrica newyorkese. Se è vero che l’8 marzo nasce come giorno della memoria, è altrettanto vero che proprio in questa giornata bisogna ricordare quelle donne che hanno lasciato un segno nella storia del proprio paese e quelle che, ancora oggi, contribuiscono al cambiamento sociale. La nostra terra è sempre stata costellata di figure femminili che sono state capaci di grandi azioni, sia sul piano umano e sociale che politico, e che hanno portato lontano il nome della nostra città. «Torre Annunziata è una città al femminile - così l’assessore alla Cultura Maria Elefante, l’unica donna della giunta comunale, racconta del ruolo del gentil sesso nella nostra comunità nel periodo antico -. Una città, la nostra, - spiega la professoressa Elefante - che porta un nome femminile, Annunziata, ed ha come patrona una Madonna. I momenti salienti della sua storia sono segnati da donne eccezionali, legate ad uomini di potere: nell’antica Oplonti, Poppea Sabina, moglie di Nerone; all’epoca rinascimentale, Lucrezia d’Alagno, amante del re Alfonso d’Aragona e, ancora, al tempo dei pastifici: donne imprenditrici che hanno amministrato e diretto l’economia torrese. Donne che hanno lavorato e sofferto - conclude l’assessore - sacrificandosi per il bene della famiglia e della città o addirittura dell’intera nazione». Dopo questi brevi cenni storici, la docente riflette sul ruolo moderno della donna dopo l’emanazione delle pari opportunità. «Tutte balle - dice -. Una donna, per affermarsi nel campo della politica, senza essere moglie di…, figlia di… e via dicendo, deve avere intelligenza e coraggio più di dieci uomini intelligenti e coraggiosi messi insieme. Questa è la verità. Per raggiungere la parità - spiega - c’è ancora molta strada da percorrere. Quante sono le donne in Parlamento? Abbiamo mai avuto un Presidente della Repubblica donna? Io spero che le giovani generazioni ci riescano». Parole di una donna che, grazie al suo bagaglio culturale e alle manifestazioni che organizza, riesce a dare un colore diverso dal nero alla nostra città. Ma l’assessore Elefante non è l’unica donna presente nell’amministrazione comunale. Infatti, spicca anche la presenza del consigliere “rosa” Filomena Iapicca. Ma in ogni ambito sociale, Torre Annunziata ha la sua donna; lady confindustria, alias Faraone Mennella, dirigente dell’industria edile torrese, o ancora la compianta attrice Elena Fiore, protagonista di molti film di successo degli anni ‘70, che ha recitato accanto alle star del cinema italiano, come Giancarlo Giannini, Aldo e Carlo Giuffrè. Gea Martire, l’attrice torrese nata in via Cavour, interprete del film “Anni ‘50” accanto ad Ezio Greggio e Antonello Fassari. La cantante, attrice non protagonista di “Gomorra”, Maria Nazionale ,che l’ha vista presente al festival di Cannes. E poi, Patrizia Pellegrino, show girl e attrice. Anche nel mondo dello sport, la nostra città può vantare un nome di spicco: la stella del pugilato femminile Mina Morano. Ma le “lady” dominano soprattutto il campo della cultura. Il presidente dell’Archeoclub, l’associazione intellettuale che rappresenta un grande movimento di opinione pubblica al servizio dei beni culturali e ambientali, è diretta dalla professoressa Mirella Azzurro, che a proposito dell’8 marzo dice: «Questa festa è diventata consumistica, tutta a vantaggio dei fiorai che vendono le immancabili mimose e dei ristoratori che organizzano serate “al femminile”. Si è dimenticato - afferma - lo scopo primordiale di questa festa. Bisogna abbandonare i festeggiamenti e ricordare l’impegno e le lotte di tante donne, di ieri e di oggi, celebri e non. Donne - precisa la professoressa Azzurro - che hanno voluto costruire una società basata sui valori dell’eguaglianza, della giustizia, della cultura, della pace”. Sembra quasi che le donne del passato abbiano assunto un ruolo da eroine, perché hanno saputo rivendicare un loro diritto, contestare un’ingiustizia. Se questo significa essere eroica, allora l’eroismo femminile non si è fermato al 1908, anzi si ripresenta nuovamente a Torre Annunziata nel 2004, quando una mamma, Matilde Sorrentino, denuncia il pedofilo che aveva molestato suo figlio. Una forza guidata dall’amore di “madre”, un coraggio che le è costato la vita ma che almeno le è servita a rendere giustizia, o quasi, a suo figlio. A quanto pare il termine donna è sinonimo di forza, ideale, dedizione, ed ecco che a questo punto è doveroso parlare di colei che rappresenta la storia torrese, di una vita dedicata alla sua terra. Una donna che ha sempre voluto “essere e non apparire”: Maria Orsini Natale (nella foto). La scrittrice vuole ricordare tutte le signore che hanno vissuto e vivono nella sua amata Torre Annunziata. «In questo giorno - asserisce Orsini - vorrei segnalare le virtù e l’operosità delle donne. Qualità che caratterizzano tutte le mie conterranee. Quello che più mi intenerisce è il loro rimboccarsi le maniche nei momenti più ardui. Anche questi - spiega - sono tempi certamente non facili, oscuro si presenta il futuro e come sempre è alle donne che viene affidato il compito di navigare questi mari. Mentre imperversa il maestrale - ribadisce la scrittrice - nel governare vele e gomene, saranno sempre queste donne tenaci le punte importanti. E “importante” è aggettivo che attiene alla loro fatica, all’amore per la famiglia, per la società che le circonda, all’amore per la propria terra. Un diverso significato - conclude - pur dettato dalla cortesia, non appartiene a loro”. Nonostante si sentano ancora storie di violenza sulle donne, sebbene esse non possano ancora difendersi dalla perfidia di alcuni uomini, non rappresentano più il “sesso debole della società”. Anzi, la donna, nel paradiso terrestre, ha morso il frutto dell’albero della conoscenza dieci minuti prima dell’uomo; da allora ha sempre conservato quei dieci minuti di vantaggio. ENZA PERNA