A cura della Redazione
Messo nero su bianco per la stazione unica appaltante (SUA). Il 20 marzo scorso il sindaco di Torre Annunziata Giosuè Starita, il prefetto Alessandro Pansa e il provveditore alle opere pubbliche per la Campania e il Molise, Donato Carlea, hanno sottoscritto la convenzione per l’istituzione della “stazione unica”. Essa avrà il compito di curare tutte le procedure di aggiudicazione di contratti di lavori pubblici (per importi pari o superiore a 300 mila euro), di prestazioni di servizi, di acquisto di beni e forniture (per un importo pari o superiore ai 100 mila euro), dalla redazione e pubblicazione del bando di gara fino all’aggiudicazione definitiva. Torre Annunziata è il primo Comune ad aver sottoscritto un accordo di tal genere. Castellammare di Stabia probabilmente lo farà a giorni, mentre Torre del Greco, interessata in un primo momento a questo tipo di accordo, al momento si è tirata fuori. La convenzione stipulata si prefigge due principali obiettivi: favorire lo snellimento delle procedure e rendere più penetrante l’attività di prevenzione antimafia. Compito della Prefettura sarà quello di mettere a disposizione della “stazione unica appaltante” gli elementi informativi oggetto di attestazioni antimafia e di monitorare le procedure di gara anche al fine di contrastare il fenomeno delle cosiddette cordate tra imprese concorrenti. Particolarmente soddisfatto il primo cittadino Starita. “E questo un ulteriore passo verso la trasparenza e la legalità degli atti amministrativi. Bisogna sottolineare che non tutte le funzioni faranno capo alla Prefettura. Infatti il Comune dovrà provvedere alla nomina del responsabile unico del procedimento e del direttore dei lavori. Come pure sarà di nostra competenza la redazione e l’approvazione dei progetti, nonché la stipula del contratto d’appalto”. La “stazione unica appaltante” percepirà una percentuale che varierà a seconda dell’importo a basa d’asta dei singoli appalti: 1 per cento sull’ammontare dei lavori, servizi e forniture, per importi a base d’asta fino a 2 milioni di euro; 0,75 per cento per importi da 2 a 5 milioni di euro; 0,5 per cento per importi oltre i 5 milioni di euro. Il primo appalto che sarà gestito dalla “stazione unica appaltante” è quello relativo all’affidamento del Centro di cottura di via Capuozzo (nella foto) per i prossimi cinque anni. Due milioni di euro la base d’asta per garantire il servizio mensa agli alunni delle scuole elementari e medie oplontine. Un centro di cottura costato circa 250 mila euro, che ha funzionato solo a singhiozzi e che non ha risolto tutti i problemi esistenti prima della sua entrata in funzione. Troppe le interruzioni del servizio in più di tre anni di attività sul territorio, dovute al susseguirsi di diverse problematiche. Un centro di cottura che per un intero anno scolastico non ha prodotto neppure un pasto. E ormai, a poco più di due mesi dalla fine delle lezioni, sembra ormai definitivamente tramontata l’ipotesi dell’apertura della struttura di via Capuozzo. I pasti continueranno, quasi sicuramente, ad arrivare da Napoli, dove la Sagifi, società che si aggiudicò l’appalto-mensa nel lontano 2004, ha un proprio centro di cottura. All’inizio del 2009, montò una protesta dei genitori degli alunni torresi affinché venisse riaperto il centro di cottura, in modo da consentire la preparazione delle pietanze a Torre Annunziata. Per l’occasione venne convocata una riunione a cui partecipò l’assessore alla Pubblica Istruzione Maria Elefante e un rappresentante della Sagifi. “Mi fu detto – spiega l’esponente della giunta Starita – che per riaprire il centro di cottura occorreva il documento di valutazione rischi di interferenza (DVRI). La settimana scorsa abbiamo inviato alla società quanto richiestoci, ed ora siamo in attesa della riapertura della struttura di via Capuozzo”. Ma la Sagifi ottempererà alla richiesta del Comune oplontino? Persistono molti dubbi, suffragati anche dalla imminente scadenza dell’appalto, prevista per il prossimo giugno. E’ evidente, infatti, che la società napoletana ha una maggiore convenienza a produrre i pasti nel centro di cottura partenopeo, dove vengono preparati anche quelli per le scuole del capoluogo campano. Intanto il personale impiegato nella struttura di via Capuozzo è in agitazione a causa della stato di precarietà dei lavoratori. Essi chiedono all’amministrazione comunale che vengano regolarizzati al più presto i loro contratti di lavoro con l’attuale società. DOMENICO GAGLIARDI