A cura della Redazione
E’ scoppiata la polemica per la mancanza di un punto di pronto soccorso negli Scavi archeologici di Pompei a seguito dell’incidente di ieri di una turista inglese che è inciampata all’interno del sito archeologico. La donna é rimasta qualche minuto in stato confusionale dopo essere scivolata sul marciapiede davanti alla Casa dell’Orso ferito (di fronte al Vicolo del Lupanare). “E’ andata meglio della volta scorsa – hanno commentato polemicamente i dirigenti del sindacato Cisl degli addetti ai lavori nel sito archeologico – l’ultima volta il turista che è morto per infarto non ha potuto ricevere assistenza perché il servizio di archeoambulanza era stato del tutto cancellato ed i defibrillatori non furono utilizzati”. Nell’incidente di ieri la turista a seguito della caduta ha riportato la distorsione ad una spalla ed un occhio tumefatto. Gli addetti alla sorveglianza l’hanno accompagnata a piedi, in stato confusionale, all’autoambulanza del 118 che non poteva raggiungere il posto dell’infortunio perché inadatta a muoversi sul percorso degli Scavi archeologici. Il mezzo di pronto soccorso pubblico ha dovuto attendere la donna ferita presso l’ingresso di Porta Stabia. Antonio Pepe, segretario della CISL di Pompei, portavoce della RSU/CISL, intervenendo sulla sicurezza negli Scavi di Pompei, ha dichiarato a proposito: “Numerose volte abbiamo chiesto di promuovere iniziative atte a ristabilire un pronto soccorso efficiente dentro gli Scavi di Pompei. L’Amministrazione è rimasta sorda ai nostri appelli. Interventi sull’assistenza medica dentro gli Scavi sono stati reiteratamente annunciati prima dal Soprintendente Guzzo, successivamente dal Commissario all’emergenza Profili. Il Ministero dei Beni Culturali dovrebbe intervenire per creare un presidio di pronto soccorso – ha proseguito Pepe – non si può amministrare con superficialità il più importante sito archeologico d’Italia permettendo che accadano incidenti sgradevoli per la mancanza di tutela ai turisti e di sicurezza sanitaria. In questo modo Pompei si presenta all’estero come un monumento da terzo mondo, dove la sicurezza è un servizio precario”. MARIO CARDONE