A cura della Redazione
Tredici amministratori locali condannati a risarcire il comune di Torre Annunziata della somma di 44 mila euro. E´ quanto prevede la sentenza della Corte dei Conti, Sezione Giurisduzionale della Campania, che ha condannato per danni erariali i rappresentanti della maggioranza di centrosinistra che nel 2003 riconobbero un debito fuori bilancio con una procedura ritenuta dai giudici irregolare. Coinvolti nella vicenda, l´ex sindaco Francesco Maria Cucolo (nella foto) ed i consiglieri comunali Aldo Avvisati, Bonaventura Caliendo, Carmine Civale, Michele D´Apuzzo, Andrea Fiorillo, Pierluigi Ilardi, Vincenzo Mercurio, Ciro Portoghese, Aniello Prete, Domenico Solimeno, Tommaso Solimeno, Francesco Vollaro. La sentenza emessa dalla magistratura contabile si riferisce alla liquidazione di quasi 63 mila euro quale rimborso delle spese legali sostenute da un dipendente comunale, l’ex custode della scuola elementare di via Isonzo, prima processato e poi assolto con formula piena nel processo a carico dei pedofili del rione Poverelli. Per la Corte dei Conti quel rimborso spese (parcella dell’avvocato difensore del custode) non era dovuto perché “l’amministrazione comunale aveva illecitamente omesso qualsiasi verifica della effettiva mancanza di responsabilità del dipendente nei fatti contestatigli”, perchè se è vero – secondo i giudici – che il custode non aveva partecipato al reato, “deve confermarsi la sua mancata vigilanza circa l’ingresso di estranei nei locali sottostanti all’istituto”. La sentenza prevede che il 50 per cento della somma dovrà essere rimborsata dai componenti della Commissione bilancio (Avvisati, Solimeno T. e Ilardi), che diedero parere favorevole alla delibera, e l’altro 50 per cento dai consiglieri comunali che approvarono l’atto in consiglio comunale. Unico non politico ad essere condannato dal collegio dei giudici è stata la dipendente comunale Carmela Iovino, all’epoca in servizio presso il II dipartimento, che dovrà restituire il 10 per cento della somma, pari a 4.403 euro. Tra i consiglieri comunali che votarono a favore del riconoscimento del debito fuori bilancio c’era anche il dott. Mauro Fusco, salvato però dalla prescrizione. Sono stati prosciolti, invece, il dirigente del Comune Nunzio Ariano e il funzionario dell’ufficio Avvocatura Gennaro Santoro, perché non ebbero responsabilità nella vicenda.