A cura della Redazione
"Da anni manca una vera e propria politica del personale al Comune di Torre Annunziata". E´ l´accusa delle organizzazioni sindacali unitarie dei dipendenti comunali dell´Ente oplontino, che questa mattina hanno indetto una conferenza stampa per denunciare i tagli effettuati dall´Amministrazione che riguardono proprio il personale dipendente. Erano presenti, oltre alle RSU, anche i rappresentanti provinciali Nicola Di Donna (FPL UIL), Salvatore Tinto (CGIL), Biagio Preziosi (CISL), e Pino Caiazzo (CSA). Tutto nasce dalla sospensione dei buoni pasto e dei servizi ai cittadini. I ticket mensa (dell´importo di 7 euro o poco più), infatti, sono passati da quattro a due a settimana, ed è stata anche sospesa l´apertura, in via sperimentale, degli uffici in orari che avrebbero consentito un ampliamento ed una migliore fruizione dei servizi al cittadino, così come concordato precedentemente con lo stesso governo locale. Secondo le rappresentanze dei lavoratori, ciò comporterebbe una diminuzione della spesa di 40 mila euro. "In un periodo di crisi come questo che stiamo vivendo - denunciano i sindacati - il Comune, anziché incidere su sperperi e sprechi, riduce i servizi alla comunità e va a colpire i dipendenti, che già sono tra i meno e mal pagati d´Europa. Questo è un gioco al massacro al quale non ci sottoponiamo. Perché non ridurre, invece, i costi della politica anche a livello locale? I tagli - spiegano ancora le OO. SS. - non fanno altro che abbattersi sulla qualità dei servizi offerti alla cittadinanza. Ci sembra che l´Amministrazione si stia accanendo sui dipendenti come se fossero un male da estirpare. Ed invece, è grazie all´abnegazione e alla dedizione dei lavoratori che il Comune riesce a garantire un livello elevato di prestazioni alla collettività, seppur tra mille difficoltà. L´Amministrazione si vanta di aver tagliato i fitti passivi, e poi sottrae risorse alla macchina organizzativa sulla quale si fonda l´intero apparato comunale. Non è questa la strada da percorrere". Il taglio dei buoni pasto è, dunque, soltanto la punta di un iceberg al di sotto del quale si stagliano altre problematiche. "Si taglia per camuffare, in realtà, i fallimenti di una politica che non è riuscita nel tempo a valorizzare le risorse umane interne - affermano i sindacati -. I dipendenti, in questi anni, non hanno mai frequentato corsi di formazione e di aggironamento professionale così come stabilisce la legge. Sono stati costretti a formarsi da soli. Non ci sono stati avanzamenti di carriera. E non parliamo poi delle condizioni in cui sono costretti a lavorare. Gli uffici di via Provinciale Schiti non hanno i requisiti in termini di sicurezza, i locali che ospitano l´Anagrafe e il Protocollo sono a dir poco scandalosi. Spesso è capitato che i dipendenti abbiano dovuto portare da casa le stufe per riscaldarsi durante il periodo invernale. Gli ambienti sono tutt´altro che salubri". La rottura con l´Amministrazione sembra essere totale. "Siamo disposti a fare sacrifici - sottolineano i sindacati -. Purtroppo, l´Amministrazione non ci viene incontro e, anzi, non considera affatto le nostre istanze. Ciò che denunciamo con forza è l´assenza di dialogo con il governo locale. Non possiamo accettare passivamente delle decisioni che vanno a scapito non solo dei dipendenti ma anche e soprattutto dell´intera città". Prove di dialogo che ci saranno il prossimo 29 settembre, data in cui il sindaco Giosuè Starita ha convocato un tavolo tecnico con i sindacati per discutere della delicata questione. "E´ un´altra presa in giro. Di qui a qualche giorno proclameremo lo stato di agitazione", è la dura presa di posizione dei rappresentanti dei lavoratori.