A cura della Redazione
Pompei 2000, il parco dei... sogni. Sì, perché sta diventando un vero e proprio sogno quello di veder realizzato il mega-parco di circa 250 mila metri quadrati nell’ex area Tecnotubi Vega di via Plinio. Un progetto che risale al lontano 1998 e che nel corso degli anni ha subito sostanziali modifiche. Da parco a tema, con la ricostruzione virtuale dell’antica Pompei, a parco delle eccellenze campane, con aree adibite a centro commerciale e strutture alberghiere. Una realizzazione dal costo di 73 milioni di euro di cui la metà finanziata con fondi europei. E’ inutile stare qui a raccontare le peripezie che hanno caratterizzato quest’ultimo decennio, con la revoca dei fondi da parte del Ministero dello Sviluppo economico per il mancato rispetto dei tempi e le successive osservazioni presentate della società. Attualmente la situazione è ferma al palo, e si teme che i finanziamenti possano essere dirottati altrove. Qualche giorno fa, intanto, un quotidiano locale riporta la notizia che la società sarebbe intenzionata ad andare via da Torre Annunziata spostando i suoi interessi a Napoli est. La notizia non trova conferma, e non poteva essere altrimenti perché oramai la società risulta “prigioniera” dei 24 milioni di euro finora investiti nella nostra città. Ed allora come stanno realmente le cose? Facciamo un passo indietro, e ripartiamo da quando la Tess completa l’opera di bonifica dall’amianto nell’ex area Tecnotubi Vega, dal costo di oltre 5 miliardi di lire. Per la società Pompei 2000 l’operazione non è stata mai portata a termine in modo completo e ciò non consente il rilascio delle autorizzazioni da parte del Ministero dell’Ambiente. E’ probabile, quindi, che la società apra, o abbia aperto, un contenzioso con la Tess. «Alla fine - afferma un tecnico della società - saremo costretti a completare noi la bonifica dei suoli, con un aggravio di spese non indifferente». La realizzazione del mega-parco rappresenta un’opportunità imperdibile per Torre Annunziata perché, al di là dei risvolti positivi che una simile opera apporterebbe in termini occupazionali (si parla di circa 400 lavoratori compreso l’indotto), ci sarebbe vantaggi enormi per la città in termini di realizzazioni di grandi opere di urbanizzazione, dal costo di circa 30 milioni di euro (parcheggi, strade, rotonde, ecc.). Intanto i lavori per i sottoservizi del parco, che avrebbero dovuto portare alla realizzazione di due cunicoli, uno in via Plinio e l’altro a via Castriota, sono sospesi da tempo. In via Castriota c’è stato un tentativo maldestro di iniziare i lavori, ma poi si è pensato di lasciar perdere. Alla fine la Tess si è limitata a pavimentare un marciapiede e tutt’ora il cantiere è ancora aperto. In via Plinio, invece, si sono realizzati 400 metri di cunicolo, ne resterebbero da realizzarne altrettanti ma la ditta ha abbandonato l’opera, lasciando cumuli di terriccio lungo la strada. Ufficialmente l’interruzione sarebbe dipesa dal ritrovamento di amianto, ma da indiscrezioni raccolte sembrerebbe che manchino i fondi necessari per completare i lavori. Di fronte a tali disfunzioni ed incongruenze, come si fa ad essere ottimisti per il futuro? ANTONIO GAGLIARDI (Dal periodico TorreSette del 28 ottobre 2011)