A cura della Redazione
Era in attesa dell´ok del giudice per potersi curare con il metodo Stamina, ma è spirata prima del via libera "legale". E così Anna Umidetti, di Torre Annunziata, non ce l´ha fatta. Venerdì scorso ha detto addio al mondo terreno. La donna, malata di SLA (Sclerosi Laterale Amiotrofica), era in lista d´attesa agli Spedali Civili di Brescia, dove avrebbe dovuto curarsi. Aveva anche vinto un ricorso per accedere alle cure. Il suo è un caso, come ce ne sono tanti altri, salito alla ribalta nazionale per via del dibattito che si è aperto nella comunità scientifica ed istituzionale sulla valenza del metodo Stamina. Sulla sua pagina di Facebook, il prof. Davide Vannoni, presidente di Stamina Foundation e docente all´Università di Udine, scrive una lettera indirizzata simbolicamente alla signora Anna. Le sue sono parole durissime. «Gentile sig.ra Anna - commenta Vannoni -, scrivo queste poche righe per chiederLe pubblicamente scusa. Mi dispiace veramente tantissimo di questi ritardi dovuti alle liste di attesa degli Spedali Civili di Brescia che preferiscono lasciare agonizzare per mesi le persone piuttosto che inserire nel laboratorio due nuovi incubatori da 5.000 euro l´uno che, tra l´altro, Stamina gli presterebbe gratuitamente. Deve comprendere, la burocrazia ha i suoi tempi, le esigenze organizzative di strutture complesse non possono soffermarsi su singoli "casi". Lo so, ho sentito nella voce di Suo marito qualche tempo fa la gioia di aver vinto un ricorso. Di aver "vinto" la possibilità di darLe una speranza, la prima luce dopo anni di buio, ma abbia ancora un po´ di pazienza, solo un poco, vedrà che piano piano la lista di attesa si esaurirà. Capisco la difficoltà a respirare e a deglutire, capisco le piaghe ed i dolori, ma non se ne abbia, il tempo passerà e speriamo tutti che qualcuno, a un certo punto, capirà. La prego di non offendersi per le parole di gente subdola e stolta che dice: "E´ emerso un consenso generale sul fatto che la legge approvata sia utile e necessaria in quanto ha evitato una catastrofe", osserva Paolo Bianco, dell´università Sapienza di Roma e fra i massimi esperti internazionali di cellule staminali mesenchimali. "Il problema però è tutt´altro che risolto perché continuano i procedimenti autorizzati dai giudici". Mi scusi veramente, lo so che ha vinto un ricorso ed ha acquisito un diritto ad accedere alle cure di Stamina, lo so che la sua famiglia si è stretta vicino a Lei in questa ultima speranza. La "catastrofe" avrebbe permesso di velocizzare le liste di attesa, di curare più persone, di aiutarLa subito. Non si curi di quei vigliacchi che si nascondono dietro un dito, strumentalizzando la scienza, la compassione ed una inutile esasperazione della sicurezza, tanto qualunque cosa succeda sarà sempre colpa della malattia, nel suo caso della SLA. Non si preoccupi sono persone meschine che parlano senza sapere. È vero, è inaccettabile strumentalizzare la vita delle persone per i propri interessi, è tremendo negare un diritto sancito dalla legge, è assurdo vietare una speranza quando non si hanno alternative da offrire. Mi perdoni sig.ra Anna Umidetti, perché il tempo ha valori diversi quando non si soffre, quando non si è ancora visto il volto del dolore. Mi perdoni cara Anna, Lei è mancata, ma le giuro con tutto il cuore che non me la sento di venire al Suo funerale, preferisco ricordarLa come in questa foto (che Vannoni pubblica sul suo profilo, ndr), ancora lontana dall´aver assaggiato la meschinità degli uomini. Non me la sento, davvero. Spero che incontrerà anime giuste dove si trova ora, spero che tutta questa sofferenza che ha provato aiuti chi parla solo di numeri e di statistiche a ravvedersi e ad iniziare a guardare il volto delle persone che stanno facendo morire. Perché l´uomo apprende grazie alla scienza, ma si eleva solo con il rispetto e con la compassione. Non credo che queste persone che le hanno impedito di curarsi avranno il coraggio di guardarLa negli occhi, neppure in foto. Cara Anna se può, La prego, ci perdoni tutti. Abbia pietà per la stupidità e l´egoismo che contraddistingue tanti di noi, quella pietà che a Lei è stata negata», conclude Vannoni. Al marito Agostino Uliano, dipendente dello Spolettificio di Torre Annunziata, che si è battuto in ogni modo possibile per la sua Anna, vanno le più sentite condoglianze da tutta la Redazione di TorreSette e dal fondatore Antonio Gagliardi.