A cura della Redazione

Tradizionale italiana vuole che il caffè in casa venga preparato con la classica moka, un mezzo che ancora oggi viene usato dalla maggior parte degli cultori del caffè. Un fenomeno più recente, confermato da numerose indagini di mercato, sta però facendo vacillare il primato della tanto amata caffettiera, sostituita sempre di più dalle moderne macchine a cialde e capsule, trasmigrate dalla originaria esclusiva location all'interno degli ambienti di lavoro alle cucine delle nostre case.
Secondo i più recenti dati ISTAT, macchine per il caffè e cialde e capsule sono ormai entrati nel paniere dei consumi, segno di un trend che va consolidandosi anno dopo anno anche nel nostro Paese, considerato patria della caffettiera ed eccellenza dell'espresso.
Il "fenomeno cialda", per quanto legato a due prodotti dell'Italian Life Style, non è made in Italy come si potrebbe pensare, poiché il sistema è stato inventato quasi per caso in un Paese in cui il rito del caffè è ben lontano dalle nostre tradizioni. La cialda in carta filtro è, infatti, originaria degli Stati Uniti, inventata da Cyrus Melikian, un veterano del secondo conflitto mondiale, figlio di emigrati.
La sua storia nel mondo del caffè e del vending ebbe inizio proprio negli anni ’40 durante la guerra, grazie all’amicizia con Lloyd Rudd  un ingegnere specializzato in ordigni esplosivi.  I due compagni d’armi decisero di inventare una macchina automatica capace di  erogare un caffè alla volta. Si trattava, in altre parole,  di realizzare la  versione automatica del processo d’infusione, già  utilizzato per le bustine del the. Naturalmente, oltre a dover progettare e produrre la macchina, i due amici dovevano  adattare al caffè il tipo di confezionamento in carta filtro utilizzato per il the.
Se fosse riuscito a realizzare il suo progetto, Cyrus Melikian avrebbe fornito una risposta concreta  ai consumatori americani che, già a quei tempi,  desideravano poter disporre di un sistema automatico per preparare un caffè macinato fresco e “infuso” al momento.

L’idea cominciò a concretizzarsi  alla fine della guerra nel garage di casa Melikian, dove Cyrus e Lloyd  diedero inizio al loro sodalizio e fondarono la “Rudd-Melikian Inc”,  società che durò oltre un decennio e diede vita alla prima invenzione: la “Kwik-Kafe”. Si trattava di un distributore automatico che funzionava con caffè liquido concentrato congelato, un risultato ancora lontano dal progetto originale, ma che apriva la strada all’automatizzazione nella preparazione del caffè.  La Kwik-Kafe vending machine ebbe un tale successo  che già nel 1948 ne nacque una catena in franchising  costituita da una cinquantina di operatori che, attraverso i loro distributori automatici, riuscivano a vendere quotidianamente circa 250.000 tazze di caffè, un risultato che portò la  “Rudd-Melikian Inc.”  alla ribalta delle pagine dei giornali specializzati dell’epoca.
Venduto il brevetto e chiusa la società con Lloyd Rudd,  Cyrus Melikian continuò a progettare e testare soluzioni per il  caffè porzionato, ma solo  alla fine degli anni ’50 riuscì ad ottenere risultati convincenti.
Nel 1959, dopo aver fondato insieme ai suoi figli la Automatic Brewers & Coffee Devices (ABCD), azienda attiva ancora oggi,  in collaborazione con  uno staff di ingegneri, Cyrus Melikian creò la sua prima cialda e la macchina per poterla utilizzare.
Alla base della cialda  c’era il cosiddetto “sistema sandwich”, ossia delle lunghe strisce  di carta filtro unite tra loro, dopo essere state riempite di caffè macinato fresco e che, una volta incollate, venivano tagliate in porzioni singole.
La ABCD produceva le macchine che preparavano le strisce e quelle che le tagliavano in cialde singole, oltre che le macchine adatte ad erogare caffè utilizzando questo nuovo sistema di porzionato. Il caffè, invece, veniva acquistato già torrefatto e macinato.
Con la sua invenzione, Cyrus Melikian avviò un business che, superato lo scetticismo dei primi anni, avrebbe rivoluzionato il mercato del caffè e generato al suo interno un comparto che, da solo, vale miliardi di euro.
A prescindere dalle valutazioni strettamente economiche, per le quali nel 1959 non era possibile fare previsioni,  la cialda in carta ha sicuramente rappresentato una rivoluzione nella modalità di preparazione del caffè, sia nel settore domestico che nel vending e nell’Ho.Re.Ca.
La cialda di caffè ha risolto l’esigenza di preparare un caffè alla volta, ottenendo un risultato sempre costante,  grazie al pre-dosaggio eseguito su parametri stabiliti da esperti e, dunque, non in base alle capacità dell’operatore. In abbinamento ad una macchina adeguata, il  sistema ha rappresentato una soluzione igienica, di qualità costante ed economica soprattutto per coloro che, avendo un’attività di ristorazione, hanno  potuto fare a meno dell’operatore professionale, affidando la preparazione del caffè ad un qualsiasi addetto ai servizi.

Dagli anni ’60 in poi, la Automatic Brewers and Coffee Devices, guidata nel tempo dalle generazioni dei Melikian che si sono succedute, perfezionò sempre di più le macchine per il caffè, con modelli table-top  nuovi, e continuò a migliorare la cialda finché, negli anni ’80, brevettò la Pod Perfect Espresso.
Da allora in poi la popolarità della cialda in carta filtro è cresciuta in misura esponenziale in tutto il mondo, grazie all’interesse suscitato soprattutto in torrefattori europei, come il danese Douwe-Egberts che creò la sua cialda Senseo.