A cura della Redazione

L’allarme sugli effetti negativi derivati dal consumo di Energy Drink è partito dagli Stati Uniti nel 2011 ed ha investito a macchia d’olio il resto del mondo, generando preoccupazione nei consumatori, nelle aziende produttrici e negli organi preposti alla tutela della salute dei cittadini.
L’allarme è ulteriormente  cresciuto  alla luce di un’indagine condotta dall’EFSA, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, che ha evidenziato dati preoccupanti sul consumo di bevande energizzanti da parte dei giovani e dei giovanissimi, per i quali esse costituiscono un prodotto “alla moda” a cui non possono rinunciare.
Dalla ricerca dell’EFSA è emerso che nell’Unione Europea il 68% degli adolescenti (10-18 anni) fa abitualmente uso di Energy Drink e di essi il 12% ne consuma fino a 7 litri al mese. Ancora più preoccupante il dato relativo al campione di bambini intervistato (3-10 anni): il 18% di essi fa uso regolarmente di bevande energetiche e di essi il 16% in dosi elevate.
Se è vero che gli Energy Drink  sono destinati ad un target giovane, è altrettanto vero che l’abbassamento dell’età in cui essi vengono consumati lascia intendere che gli adulti conoscono poco questo tipo di bevande, visto che ne consentono l’uso ai propri figli già in giovanissima età; li confondono spesso con gli Sport  Drink, ponendoli sullo stesso piano degli integratori di carboidrati liquidi, minerali e vitamine.
La consapevolezza dell’esistenza di una lacuna nell’informazione ha spinto Assobibe a prendere posizione sull’argomento e a collaborare con il Ministero della Gioventù nella realizzazione, già nel 2011, di un portale dedicato che potesse fare chiarezza sull’argomento, liberandolo dalle demonizzazioni dell’opinione pubblica.
Le informazioni fornite dal Ministero della Gioventù, attraverso il sito dedicato, chiariscono ogni dubbio circa il contenuto e la destinazione d’uso delle cosiddette bevande energetiche e  pone  particolare attenzione al Codice di Autoregolamentazione delle Aziende, aderenti a Assobibe, che le commercializzano.
Riassumiamo qui poche ma fondamentali informazioni, sufficienti per comprendere che un consumo moderato e responsabile, in linea con le indicazioni riportate sull’etichetta, non arreca alcun danno alla salute e permette all’organismo di trarre i benefici per i quali gli Energy Drink sono stati concepiti: stimolare in maniera blanda il sistema nervoso centrale e migliorare l’umore e le capacità mentali degli adulti.

Gli Energy Drink  sono bevande analcoliche funzionali con un effetto stimolante dovuto alla combinazione degli ingredienti che le compongono. Esse sono costituite per lo più da acqua a cui si aggiungono zuccheri o edulcoranti (sugarfree), sostanze stimolanti (caffeina, guaranà ecc), aminoacidi (taurina) e vitamine.
La quantità delle sostanze stimolanti consentita è regolamentata da leggi che variano di Paese in Paese. In Italia la dose massima di caffeina consentita è di 32 mg/100ml, che nel formato più diffuso, la lattina da 250 ml, corrisponde ad una quantità di caffeina pari a quella di una tazzina di caffè.
Tutti gli ingredienti contenuti negli Energy Drink sono autorizzati dalle Autorità Sanitarie e, secondo quanto stabilito dall’EFSA, non destano preoccupazioni dal  punto di vista della sicurezza.
Grande importanza è data al packaging e alle attività di marketing che accompagnano la commercializzazione degli Energy Drink. Per ciò che concerne il packaging è necessario che l’etichetta indichi chiaramente che la bevanda non è adatta ai bambini, alle donne in gravidanza e a chi è sensibile alla caffeina e che non va mescolata con alcool. Per ciò che riguarda le attività promozionali, il Codice di Autoregolamentazione elaborato da Assobibe per i suoi aderenti, stabilisce che le bevande energizzanti non vadano pubblicizzate in prossimità delle scuole di 1° e 2° grado e che non ne vada in nessun modo incentivato un consumo eccessivo. Per questo motivo consiglia ai produttori di riportare sull’etichetta la dicitura  Consumare moderatamente.