A cura di Enza Perna

Scienza e medicina. Due materie per pochi, discipline dedite a migliorare o aiutare la vita dell’uomo. Eppure, i pezzi giornalistici che trattano di queste dottrine non sempre vengono letti, perché ritenuti poco chiari o specialistici tanto da non suscitare l’interesse di molti.

Certo questo non vorrà sostituirsi a testate che meglio trattano tali argomenti. Mi limiterò a mettere in luce il terzo aspetto che non sempre viene evidenziato, il “cuore”. Se dovessi definire i tre elementi guida del I Congresso di Medicina e Sport del PSP Elena D’Aosta, tenutosi a Napoli lo scorso venerdì, sarebbero: mente, corpo, anima. Quest’ultima, il punto di forza della giornata. Basti pensare la location scelta. L’istituto Colosimo di Napoli, la struttura che dal 1916 si dedica all’istruzione dei ciechi e degli ipovedenti. Un enorme edificio storico in cui si respira aria di “umanità e bontà”. Ma chi sono stati i protagonisti del congresso? Medici, autorità e campioni dello sport paralimpico, insieme ai diversamente abili, alle loro famiglie e alle associazioni.

La sessione mattutina è stata dedicata a tematiche di grande impatto scientifico che hanno spaziato dalla fisiatria alla nutrizionistica, dalla psicologia alla cardiologia dello Sport. Hanno suscitato particolare interesse le letture magistrali dei dottori Alfonso De Nicola, medico sociale della SSC Napoli, e Ciro Mauro, primario della Cardiologia dell'Ospedale Cardarelli. Il primo ha svelato i segreti che hanno consentito al Napoli di essere, nello scorso campionato, la squadra di serie A con il minor numero d'infortuni, e ha preannunciato il recupero a tempo di record di Arkadiusz Milik.

Il dottor Mauro ha sottolineato che l'unico modo per minimizzare le morti sui campi di gara, causate dalla cardiopatia ischemica silente, è la prevenzione basata su controlli periodici e approfonditi.

Nel pomeriggio il congresso ha preso una direzione diversa. “Medicina, sport e disabilità”. Ed è stato questo momento a fare la differenza.

Tutti gli interventi sono stati accompagnati da commozione. Inizia Luca Pancalli, pentatleta, nuotatore e uomo politico. Dal 2005 Presidente del CIP (Comitato Italiano Paralimpico), seguito dalla grande personalità di Andrea Lucchetta. L’ex pallavolista ha riproposto delle scene estrapolate dal suo film d’animazione ll sogno di Brent, la storia di un appassionato di moto che, in seguito ad un incidente, perde le gambe dal ginocchio in giù. Brent, dopo un periodo di depressione, trova nella pallacanestro in carrozzina la sua voglia di vivere, grazie anche all’incontro con Giusy, una ragazza che si prepara alle Paralimpiadi.

Il video sembra preannunciare l’entrata in scena di Lucia Mosca e Imma Cerasuolo. Entrambe nuotatrici. Entrambe impegnate a lanciare un messaggio molto chiaro: “Nessuna disabilità impedisce di inseguire i propri sogni”.

Due donne, due storie che meritano un attento racconto. Tutte e due le atlete hanno una particolarità, non sentirsi disabili, ma vivere la loro condizione fisica come uno sprint in più che le rende “speciali”. Due mamme che hanno trovato nello sport, in particolare nel nuoto, il modo migliore per vivere.

Dopo la riproduzione video delle loro storie, non un occhio asciutto in platea. Sorrisi e lacrime nei tanti presenti in sala.

Commozione ancora più sentita quando arriva il momento della tavola rotonda. Le due donne sono state intervistate dal nostro collega Dario Ricciardi e da Antonio Gnassi. L’entrata in scena di Dario ha spiazzato tutti. La sua arte oratoria colpisce ancora una volta. La sua è una continua lotta verso l’integrazione dei portatori di handicap all’interno di una società non sempre a portata di tutti. Un messaggio chiaro e diretto il suo: “eliminare le barriere architettoniche e fare della disabilità un valore aggiunto”.

Un lungo applauso conclude il congresso. Non sono mancati i ringraziamenti di Gianfranco Ricciardicardiologo di Torre Annunziata, presidente del congresso, che commosso ha salutato gli intervenuti.  

Una lunga giornata che ha coinvolto luminari del settore ma che in realtà sembrava una grande famiglia, accomunata dalla voglia di diffondere un messaggio di speranza nei cuori delle persone che sempre più spesso si sentono sole.

Medicina, scienza e cuore. Tre argomenti che, se amalgamati, catturano l’attenzione di tutti.

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