A cura della Redazione

Presunti abusi edilizi al Centro Medico Oplonti: tutti a processo. Sono stati rinviati a giudizio gli otto indagati, accusati a vario titolo di abuso d’ufficio, falso ideologico, falso in atto pubblico e abusivismo edilizio.

Insieme al titolare del Centro, Luigi Marulo, l’amministratore unico della Gigante Immobiliare (proprietaria dell'immobile di via Roma dove ha sede la Medicina Nucleare ed oggetto delle presunte opere abusive), Francesca Grassi, l’architetto Antonio Collaro e i due tecnici Marco Nastro e Giovanni Balzano, responsabili della ditta che avrebbe effettuato i lavori senza autorizzazione, saranno a processo tre dipendenti del Comune di Torre Annunziata: il responsabile dell’Ufficio Tecnico, Nunzio Ariano, l’architetto Sergio Franco e l'architetto Gino di Donna, responsabile del Suap e Demanio.

Secondo gli inquirenti, che per mesi hanno acquisito documenti e intercettazioni, dagli atti firmati dai tecnici risulterebbero diverse anomalie, confermate in aula anche dal pm Rosa Annunziata che ha coordinato le indagini, tesi poi condivisa anche dal gup Emanuela Cozzitorto che ieri pomeriggio ha disposto il rinvio a giudizio per tutti.

Le indagini sono partite in seguito al sopralluogo effettuato un anno fa dalla polizia municipale oplontina. Vigili e carabinieri avevano controllato l’interno della struttura di via Roma che dovrebbe ospitare il polo oncologico, evidenziando la realizzazione di spazi mai autorizzati e delle demolizioni. Di qui la decisione di apporre i sigilli.

Nel frattempo, da due settimane ormai la Medicina Nucleare è chiusa, sotto sigilli per volere della Procura di Torre Annunziata e del Comune, che hanno notificato due diversi provvedimenti alla proprietà: il primo di sgombero dell'edificio, il secondo di acquisizione a patrimonio comunale in via di confisca per abbattimento. Tutto a causa di quei presunti abusi edilizi, contestati ormai da due anni, che hanno già portato a quattro precedenti chiusure della struttura sanitaria specialistica.

Ieri mattina, i dipendenti hanno effettuato un sit-in all'esterno del tribunale, esponendo anche due striscioni.

A margine dell'udienza, gli avvocati Orazio Abbamonte, Alfredo Sorge e Giuseppe De Luca hanno chiesto - per conto del CMO - il dissequestro dei locali che vengono ritenuti abusivi, così da permettere la riapertura dell'edificio e la ripartenza delle attività di diagnostica specialistica. Questo, per scongiurare anche gli eventuali licenziamenti dei dipendenti che, in caso di rigetto dell'istanza, sarebbero praticamente in esubero. La decisione, però, è slittata.

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