A cura della Redazione

Il 21 aprile del 1982 veniva ammazzato dalla camorra Luigi Cafiero, giovane studente di Torre Annunziata.

Cafiero aveva solo vent'anni quando fu ucciso. E' una delle tante (giovani) vittime innocenti di camorra. La sua vita fu stroncata in quel maledetto giorno di trentanove anni fa. Si trovava con la fidanzata Annamaria in via Andolfi, alla periferia sud di Torre Annunziata, quando un commando di sicari gli sparò a sangue freddo. "Sei Antonio?", gli chiesero, e senza neanche attendere la risposta lo freddarono con undici colpi di pistola. Altri cinque colpirono la ragazza, rimasta ferita ma non in modo grave. A lui è stata intitolata, nel 2013, la piazzetta del rione Penniniello.

Mercoledì 21 aprile 2021, ci sarà una cerimonia di commemorazione proprio nel luogo a lui dedicato. Saranno presenti sindaco e amministratori, Istituzioni civili e religiose, familiari ed alcuni amici e compagni di liceo di allora. Il tutto nel rigoroso rispetto delle misure antiCovid.

Di seguito pubblichiamo la lettera che nel lontano 1982 scrissero i compagni di liceo di Luigi dopo aver appreso della sua uccisione. L’allora professoressa di Italiano della classe di Luigi, poi preside del Liceo Pitagora, Maria Ortello, di cui riportiamo una sua testimonianza, l’ha conservata gelosamente e, gentilmente, ci ha permesso di divulgarla.

Il ricordo della professoressa Maria Ortello:

Luigi, un alunno del Liceo scientifico sul finire dell'aprile del 1982, all'imbrunire finì: colpi di arma da fuoco spezzarono la sua vita, prima ancora che potesse rendersi conto di quanto stava accadendo.

Quell'uccisione ha stravolto e lacerato le vite di tutti: familiari, amici, compagni di scuola. Era molto amato.

Ad un passo dal conseguimento della "Maturità", dall'aprirsi di prospettive nuove e migliori, la professione, la dimensione sociale, tutto fu spazzato via, e non solo per lui.

Eppure Luigi era un ragazzo amorevole, generoso, altruista, desideroso di aiutare gli altri, nei quali vedeva dei fratelli, tutti buoni. Era un "fanciullone ingenuo", credeva ciecamente negli esseri umani, ed il soccorrere, supportare era una dimensione del suo spirito.

Tutti noi, amici e cittadini, abbiamo perso un amico, un sostenitore, un appoggio. Luigi si adoperava per tutti: unico requisito, trovarsi in difficoltà. Noi che l'abbiamo conosciuto e Torre abbiamo perso una risorsa preziosa.