A cura di Antonio Papa

Un piccolo articolo di soli sei righe, pubblicato sul quotidiano americano dello Stato della Virginia, “Alexandria Gazette”, nell’edizione del 22 agosto 1894, fece grosso rumore negli ambienti politici ed economici dell’intera Europa.

La notizia, scopertasi poi totalmente infondata, riportava che il Primo Ministro italiano Francesco Crispi era stato assassinato, durante il suo viaggio a Napoli, nella vicina Torre Annunziata dove si era recato per una visita, anche se non si aveva ancora certezza dell’accaduto. 

Naturalmente quel testo mise in subbuglio il mondo diplomatico e giunsero al Ministero dell’Interno italiano numerosi telegrammi in cui si chiedevano insistentemente notizie di accertamento sulla salute di Crispi.

Prova del clamore suscitato dalla notizia, orchestrata dal mondo economico e borsistico tedesco e data in pasto alla stampa internazionale, fu l’impressionante perdita subita in quelle ore dalle borse europee con Berlino che segnò il prezzo della rendita con un punto e mezzo di ribasso rispetto al precedente, ma con le ripercussioni negative che aumentarono sul listino della borsa italiana.

Crispi fu costretto a sospendere la visita a Napoli e rientrare di corsa a Roma anche allo scopo di far tacere le voci sul suo stato di salute e rassicurare l’ambiente.

Numerosi agenti intervennero a rafforzare la scorta al momento della partenza in treno da Napoli.

Le voci dell’attentato vennero smentite ufficialmente nello stesso pomeriggio con un comunicato stampa il cui testo era categorico:” Voce attentato Crispi smentita ufficialmente.”

Anche in conseguenza di questa dichiarazione ufficiale del Ministero i giornali in edizione serale titolarono senza enfasi l’accaduto.

Gli accertamenti e le verifiche successive giunsero alla conclusione che, verosimilmente, la farsa venne orchestrata da speculatori tedeschi, non nuovi a queste manovre, intenzionati a indebolire la già fragile economia italiana.

Ricordiamo che Francesco Crispi appena due mesi prima era stato vittima di un attentato, il 16 giugno del 1894, quando una pallottola sparata da un giovane anarchico lo mancò. Crispi, allora, ottenne la solidarietà del Parlamento e in quel clima riuscì a far approvare la legge Sonnino sulla tassa del 20 per cento sugli interessi dei Buoni del Tesoro, riuscendo a far ripartire l’economia.

In un'altra visita a Napoli, il 13 settembre 1889, mentre passeggiava in carrozza con la figlia in via Caracciolo, uno studente gli lanciò contro due pietre che lo colpirono, ferendolo in modo abbastanza serio al volto.

Insomma, le visite a Napoli del Presidente Crispi erano sempre fonti di preoccupazioni e timori oltre che per la sua incolumità, anche per l’intera economia italiana visto il ruolo che ricopriva.

Francesco Crispi morì proprio a Napoli l’11 agosto del 1901.