L’ultimo messaggio su Whatsapp me l’ha inviato il 1° novembre. Mi invitava a partecipare all’evento on line “La fiamma spezzata”, un dialogo degli studenti del Pitagora-Croce sul romanzo scritto da Giovanni Taranto. Il contatto con Benito Capossela era quotidiano, ininterrotto. Produceva idee, iniziative, eventi ad un ritmo inimmaginabile per un “normale” dirigente scolastico.

La sua presenza costante, la sua determinazione, la sua tempra, la sua intensità, il suo coraggio fornivano al Liceo Pitagora-Croce di Torre Annunziata l’energia fondamentale per annoverare la Sua Scuola tra le eccellenze nazionali degli Istituti d’istruzione.

Benito amava profondamente il suo lavoro. E tentava, con tutte le sue forze, di conferire uno spessore culturale significativo a tutte le attività didattiche del Liceo. Ci riusciva, eccome! E sempre con un obiettivo unico: contribuire alla crescita non solo culturale dei suoi studenti che a lui piaceva chiamare amabilmente ragazzi.

Nei suoi dieci anni di dirigenza scolastica il “Pitagora-Croce” ha azionato l’indicatore di direzione e si è posizionato stabilmente sulla corsia di sorpasso dell’universo scolastico proponendo una straordinaria qualità nell’offerta formativa, anche grazie ad una platea qualificatissima di docenti.

L’introduzione degli indirizzi musicale e sportivo, il recupero della tendostruttura, il premio internazionale di musica “Elia Rosa”, la partecipazione al progetto "Un ponte per l'isola di Idjwi", la costante attenzione ai temi della legalità legati al ricordo di Giancarlo Siani, gli eventi per la bonifica del fiume Sarno, rappresentano solo alcune delle attività partorite dalla coinvolgente e vulcanica personalità di Benito Capossela.

Se a via Tagliamonte, nella sede centrale del “Pitagora-Croce”, sono di casa personalità della società civile, della magistratura, della scrittura, del giornalismo, della musica, della ricerca, dello sport, il merito è di un Uomo che viveva di un unico, grande amore: la Scuola.

(Nella foto, al centro il preside Benito Capossela in Congo nel 2017 durante la missione "Un ponte per l'isola di Idjwi").