A cura della Redazione

“Non mi dimetto a dispetto dell’avviso di garanzia e vi spiego anche il perché”.

Raccogliamo in poche parole il sunto dell’ampio intervento del sindaco Vincenzo Ascione questa mattina nell’Aula consiliare davanti alla stampa a seguito dell’inchiesta della DDA di Napoli con 12 avvisi di garanzia notificati, tra gli altri, ad attuali ed ex amministratori.

Il primo cittadino ha fatto un’arringa da avvocato difensore di se stesso, toccando diversi temi.

Ha iniziato parlando dell’attività giudiziaria della Procura. “Se un magistrato ha un dubbio, una percezione o anche una intuizione - ha detto Ascione -, per parte mia, ha solo il dovere di attivarsi per approfondire e verificare se vi sono prove che sorreggono l’intuizione. Se non dovesse trovare le prove, l’intuizione diverrà un abbaglio. Il problema, in questo caso, non è il fatto che dei PM abbiano deciso di azionare questi mezzi di ricerca della prova partendo da una intuizione, ad oggi priva di riscontro, ma la circostanza che lo abbiano fatto travolgendo con la massima impetuosità possibile larga parte della compagine politica della nostra città, generando l’errata convinzione che non solo questa classe politica sia espressione del peggiore malaffare, ma che addirittura sia composta in parte da membri di una associazione a delinquere di stampo mafioso. Ogni destinatario di una simile ipotesi di accusa non vorrebbe restare un minuto di più al posto in cui si trova – ha proseguito il sindaco -, e maledirebbe il giorno in cui ha deciso di scendere in campo per dare un contributo alla propria città mettendo in gioco la propria reputazione. Molti abbandonerebbero il campo in una situazione del genere, molti ma non io”.

Dopo, Ascione si sofferma su Salvatore Onda, l’imputato al centro dell’inchiesta, nipote di un boss del clan Gionta attualmente in carcere. “Non emerge in alcun tratto del decreto quale sia l’eventuale ruolo di Onda all’interno di organizzazioni criminali - ha continuato il primo cittadino -. Non emerge in alcun tratto la consapevolezza che ogni persona che ha avuto contatti personali o solo telefonici fosse consapevole di questa qualità che gli verrebbe attribuita. Per quanto mi riguarda, che io sappia Onda è completamente estraneo ad ambienti criminali. Credo che abbia improntato la propria esistenza al deciso distacco da qualsivoglia legame con una parte della sua famiglia. Una parentela scomoda come quella di Onda non può essere motivo di discriminazione o emarginazione dalla vita sociale e politica. Stupisce come sia proprio lo Stato Italiano che stabilisce principi di recupero, reinserimento sociale ma che soprattutto promuove forme di emancipazione delle persone che hanno la sfortuna di provenire da contesti più difficili, sia il primo a pretendere di dover marchiare a fuoco una persona in funzione di una parentela scomoda, esigendo implicitamente la sua emarginazione dalla vita sociale o dall’impegno teso al riscatto del proprio territorio, visto che qualsiasi cosa risulti abbia detto o fatto viene letta e interpretata esclusivamente in funzione della sua parentela scomoda. Onda rappresenta da tempo un movimento politico cittadino che ha visto in Consiglio comunale la presenza di due consiglieri. Nasceva a supporto della allora candidato sindaco Alfieri ma che in corso di consiliatura è passato a sostegno della maggioranza indicando come assessore Gioacchino Langella ,che aveva già svolto tale compito in precedenti esperienze amministrative. Vorrei capire perché una persona che può essere rappresentante di un movimento politico, può essere dipendente di una società in house del Comune poi, però, non può essere interlocutore di nessuno dei componenti del Consiglio comunale o della Giunta. Spiegatemi perché non dovrei rispondere ad una telefonata proveniente da Onda. L’unica colpa che sono stati in grado di individuare in Onda è la parentela scomoda. Egli può interloquire con il Presidente della Regione ma se ha una conversazione con il sindaco di Torre Annunziata vuol dire che il sindaco è un affiliato ad un clan camorristico”.

Poi Ascione passa alla difesa dei soggetti coinvolti nell’inchiesta: “Tutti coloro che sono ricompresi nel decreto sono notoriamente di specchiata moralità. Sentir dire che il dott. Giuseppe Raiola è compartecipe ad una associazione a delinquere di stampo mafioso ha un che di fantascientifico. Posso testimoniare (cosa che quasi nessuno sa) che per realizzare varie attività e opere in vari punti della città in assenza di fondi disponibili il dott. Raiola li ha finanziati di tasca propria. Comprenderete quindi, quanto sia inverosimile ed inaccettabile sostenere anche solo per scherzo che possa essere autore di siffatte condotte. Luigi Ammendola, ad esempio, che ha rivestito il ruolo di vicesindaco con impegno, dedizione ed estremo rigore morale, è stato interessato da gravissimi provvedimenti come la custodia cautelare in carcere ed è stato rimesso in libertà dal Riesame per l’assoluta mancanza di elementi probatori a suo carico. Pronuncia confermata successivamente anche della suprema Corte di Cassazione. L’unica spina nel fianco, l’unico evento che ha realmente scosso, sorpreso, turbato tutti e l’intera comunità riguarda la posizione dell’ing. Nunzio Ariano, che sta però affrontando il suo percorso giudiziario”.

Infine il sindaco Ascione pone il problema dello scioglimento del Consiglio comunale. E qui diventa ancora più determinato nella sua arringa: “Qualora questo provvedimento avesse un incidenza rispetto allo scioglimento, significherebbe mettere in cattiva luce la Magistratura, in quanto verrebbe offerto un messaggio sbagliato, che potrebbe determinare l’esclusione dalla scena politica di determinati personaggi e di conseguenza favorire una parte a discapito dell’altra a prescindere dal consenso politico che la collettività ha il potere di esprimere. E dal momento che sarebbe quanto di più contrario ai valori morali e costituzionali, di cui la Magistratura è massima espressione, ciò non dovrebbe e non potrebbe mai verificarsi”.

Infine, la decisione di non dimettersi. “Non accetto di chinare il capo. Quindi, come segnale che intendo dare alla collettività, alla Politica ed a chi mi ha sostenuto, affermo che non intendo rassegnare le dimissioni. Sono qui, a testa alta, con la mia onestà ed il mio amore per questa città”.

Questo l’intervento quasi integrale del sindaco Ascione. Ma noi abbiamo l’impressione, perché pressato fortemente dalla sua maggioranza, che oramai il primo cittadino sia sul punto di cedere e rassegnare le dimissioni, già entro la giornata di domani.

(Nella foto il sindaco Ascione in quella che potrebbe essere la sua ultima apparizione pubblica)