A cura della Redazione

Sono circa 400, fino al 7 marzo, i cittadini ucraini giunti a Napoli dalle zone di guerra. Il dato è stato riferito dalla Prefettura, anche se non tiene conto - sottolinea il Prfefetto Claudio Palomba -  eventuali arrivi "autonomi". «E' quanto mai auspicabile - ha evidenziato  Palomba - che ci siano segnalazioni rapide».

Per quanto riguarda l'accoglienza, sul piano sanitario i rifugiati transitano prima per il Residence dell'Ospedale del Mare. Qui sono state anche avviate le prime vaccinazioni anti-Covid, 14 in tutto già somministrati (4 a minori), fa sapere la Protezione Civile regionale.

Per gli alloggi, si valuta invece anche l'utilizzo di beni confiscati alla camorra, laddove immediatamente utilizzabili, da adibire a centri di ricovero per i profughi.

«Occorre disciplinare gli interventi, coordinare le iniziative, sia quelle istituzionali sia quelle spontanee, dal basso, che si registrano ogni giorno sul territorio - ha proseguito Palomba -. Esiste una cabina di regìa in Prefettura - aggiunge poi il Prefetto - che vede in campo la Questura e il Consolato, per le dichiarazioni di presenza; l'hub Ospedale del Mare di Ponticelli, per quanto riguarda tamponi, vaccinazioni e tutto ciò che attiene l'assistenza sanitaria; l'hub di Portici in caso di soggetti risultati positivi al Covid; ovviamente sono in campo enti locali, Regione, oltre Croce Rossa e Caritas, che svolgono un ruolo decisivo in questa grande rete emergenziale».