A cura della Redazione

"Sono state riscontrate forme di ingerenza da parte della criminalità organizzata che compromettono la libera determinazione e l'imparzialità dell'Amministrazione nonché il buon andamento ed il funzionamento dei servizi con grave pregiudizio dell'ordine e della sicurezza pubblica".

E' l'incipit della relazione del ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese, indirizzata al Presidente della Repubblica, con la quale, sulla base dei risultati d’indagine della Commissione d’Accesso, si motiva lo scioglimento del Comune di Torre Annunziata per condizionamenti della camorra e viene dunque sancita la nomina della Commissione prefettizia che, per 18 mesi, si occuperà della gestione dell'Ente, formata dal prefetto a riposo Enrico Caterino, dal viceprefetto in quiescenza Fernando Mone, e da Marco Serra, dirigente di II fascia, Area I, del Viminale.

Nell'ottobre 2021, il Prefetto di Napoli dispose l'invio della Commissione d'Accesso al Comune, che ha "indagato" per sei mesi. Lo stesso Prefetto, il 28 marzo scorso fu sentito in sede di seduta del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, al quale presero parte anche il procuratore della Repubblica della DDA e il procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Torre Annunziata, relazionando sui risultati dell'accesso. “Sussistono - si legge nel documento - concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti ed indiretti degli amministratori locali con la criminalità organizzata di tipo mafioso e su forme di condizionamento...".

Ed ancora: "Alla problematica situazione dell'ordine e la sicurezza pubblica" - dovuta alla presenza sul territorio di "diversi gruppi criminali di tipo camorristico, spesso in violento contrasto tra loro per il predominio, il traffico di droga e il controllo delle attività estorsive nei confronti degli imprenditori locali" - si aggiunge "la sostanziale debolezza politico-amministrativa delle Amministrazioni comunali succedutesi nel tempo, compresa l'ultima uscente, dimostratesi incapaci di contrastare gli interessi ed evitare i condizionamenti della criminalità organizzata".

La Commissione d'indagine ha poi rilevato "quale indizio del condizionamento del voto da parte di locali consorterie la presenza in Consiglio comunale di numerosi amministratori aventi legami familiari e frequentazioni con esponenti della locale criminalità organizzata, nonché di altri denunciati per vari reati all'autorità giudiziaria".

Come paradigma di questo "immobilismo" nei confronti dei poteri criminali, il Prefetto chiama in causa l'ex sindaco Vincenzo Ascione ed enuncia il caso dell'aggressione subita da un dipendente comunale e perpetrata da un altro dipendente, “riconducibile per rapporti parentali ad ambienti criminali e sospettato egli stesso di appartenere ad organizzazioni criminali”, alla quale Ascione ha assistito. "Il primo cittadino - si legge - sebbene sia stato convocato, per due volte, non si è presentato, quale testimone, nell'ambito del relativo procedimento disciplinare pregiudicando la possibilità di accertare la responsabilità dell'aggressore”. Per la Commissione, dunque, si è trattato di “una chiara manifestazione di soggezione della politica all’assoluta predominanza dei mafiosi locali”.

Per la Commissione, che cita la circostanza dell’inchiesta della DDA che ha portato all’emissione di avvisi di garanzia per 12 indagati, tra cui lo stesso ex sindaco Ascione, un ruolo significativo lo ha avuto “un dipendente della società partecipata affidataria del servizio rifiuti (il riferimento è a Salvatore Onda, impiegato nella PrimaVera, ndr), soggetto quest’ultimo avente legami familiari con un consigliere comunale (anch’ella indagata nell’inchiesta, ndr) e con un esponente di spicco della malavita locale (è il nipote di Umberto Onda, ndr), ritenuto elemento di collegamento della criminalità organizzata con l’Amministrazione comunale di Torre Annunziata”, costituendo il “raccordo tra amministratori e imprenditori che gestiscono i vari servizi concessi in appalto dal Comune in maniera diretta e/o attraverso partecipate”. Onda, “tramite i politici locali”, sarebbe stato in grado di “influenzare nomine di assessori favorendo persone a lui gradite e di condizionare in maniera occulta e costante la gestione dell’Amministrazione comunale di Torre Annunziata”, tanto da divenire “il garante della continuità amministrativa dell’Ente”.

La Commissione d’indagine cita poi un altro episodio analogo a quello precedente. “Il vicesindaco che, avvicinato a loschi individui, non ha provveduto a richiedere l’intervento delle forze di polizia o comunque denunciare il fatto, ma ha avvertito di quanto accaduto il menzionato dipendente (Onda, ndr)”.

Criticità vengono inoltre segnalate anche in riferimento al personale amministrativo del Comune, parte del quale “risulta avere precedenti penali o di polizia, per reati anche di natura associativa o per altri gravi reati (omicidio, delitti contro la P.A.), nonché rapporti parentali, di affinità o frequentazioni con noti soggetti appartenenti alla criminalità organizzata.

Nella relazione ci sono poi i riferimenti alle vicende giudiziarie che vedono coinvolto l’ex capo dell’UTC, l’ing. Nunzio Ariano, e alla mancata implementazione del sistema di videosorveglianza cittadino, sulla quale Ascione è stato più volte compulsato in sede prefettizia ma “sebbene lo stesso Prefetto di Napoli abbia in più occasioni invitato il primo cittadino ad avvalersi degli uffici della Prefettura, questi ha sostanzialmente ignorato i ripetuti inviti ad operare fattivamente per la sicurezza cittadina rivolti per in ben 4 Comitati provinciali per l’ordine e la sicurezza pubblica”.

Segnalate dalla Commissione anche anomalie e illegittimità relative all’affidamento di servizi e lavori in via diretta, e quindi “in violazione del principio di rotazione degli affidamenti”, e diverse altre circostanze che, secondo i Commissari d’indagine, sarebbero la prova dell’atteggiamento passivo degli amministratori anche sul versante dei controlli burocratici e sull’operato dei dirigenti “ai quali, peraltro, sono state sempre erogate le indennità di risultato”.

In conclusione, si legge nella relazione del ministro, “sebbene il processo di ripristino della legalità nell’attività del Comune sia già iniziato con la gestione provvisoria dell’Ente affidata al commissario straordinario (il Prefetto Antonio D’Acunto, ndr), per garantire il completo affrancamento dalle influenze della criminalità, si ritiene necessaria la nomina della commissione straordinaria, anche per scongiurare il pericolo che la capacità pervasiva delle organizzazioni criminali possa di nuovo esprimersi in occasione delle prossime consultazioni amministrative”.