Qualche giorno fa, nel tratto di mare antistante la foce del fiume Sarno, tra Torre Annunziata (Rovigliano) e Castellammare di Stabia (a ridosso del porto di Maria di Stabia), era visibile una enorme chiazza di colore marrone.

E' pur vero che quel tratto di litorale non è balneabile, e quindi non fruibile dalle persone, ma è altrettanto inquietante e da "temerari" pensare di tuffarsi in acqua a poche centinaia di metri da quello scempio.

Ma cosa sarà successo e perché quella chiazza di così grosse dimensioni?

Ce lo spiega il dott. Franco Matrone, referente per la Campania di Zero Waste Italy.

“La foce del fiume Sarno e il Golfo di Torre Annunziata - commenta Matrone - sono stati monitorati dai tecnici della Regione Campania dopo la nostra denuncia, e mostrano che le acque meteoriche, ingrossando il fiume, scaricano a mare quantità enormi di detriti alluvionali e fanghiglia. La causa scatenate è stato il temporale delle notti scorse, che ha caricato di fanghiglia lo scarico a mare. Fango inquinato ovviamente. Non c'è uno scarico illecito particolare, ma alzandosi il livello del corpo idrico, le acque alluvionali trasportano verso il mare il fondo inquinato del fiume".

In queti ultimi anni i fenomeni metereo-torrenziali sono sempre più frequenti è questo non fa altro che aumentare il carico inquinante sversato sul litorale vesuviano.

"Indubbiamente, ecco perché occorre fare presto nel mettere in sicurezza il fiume - continua Matrone - convogliando le fogne (bianche e nere), incrementandone efficientando funzionalmente gli impianti di depurazione (civile e soprattutto industriale), disincentivando l'agricoltura intensiva e riducendo pesticidi e antiparassitari, dragando i fanghi per inertizzarli. Progetti, proposte, piani di bonifica e interventi costosissimi, con una data finalmente certa, 2025, ma tutto troppo lento, tutto troppo verticistico, spesso senza confronto reale con i territori e i suoi stakeholder e soprattutto senza tener conto della responsabilità grave che l’industria ha avuto, ed ha sul corpo idrico fluviale, che è la vera tragedia che ci ha condotto a questo punto. La prove del nove – prosegue l'esponente di Zero Wate Italy - lo ha dato paradossalmente il lokdown del 2021.  Venti giorni di chiusura delle fabbriche (e non delle fogne cittadine) ci hanno regalato un ruscello di montagna, chiamato Sarno, con acque cristalline, pubblicizzate dai maggiori media nazionali e internazionali. Poi basta un temporale di poche ore per scaricare a mare tutta la schifezza di cui questo fiume è portatore da oltre quarant' anni e di cui non si vede la fine.

Ora urge attrezzarsi per una vera e propria azione compulsiva sulle istituzioni - conclude Matrone -, e una richiesta di intervento alla Envinroment-European Commission and Petition di Brusselles per fare valere le ragioni primarie della tutela della salute pubblica e della salvaguardia de mare e del suo litorale”.

(Foto tratte dal video di Enrico Rotorthec Abagn, riprodotto sotto)