Era l’estate del 1994, quando a casa dei coniugi Buonocore di Torre Annunziata arrivò un bel ragazzino con i capelli biondi come loro ospite. Si chiamava Serghej Tbitehok, aveva circa 11 anni, era originario dell’Ucraina e viveva a Kiev.

“Il padre era uno dei pompieri accorsi per primi per spegnere l’incendio della centrale nucleare di Chernobyl nel 1986 - ci racconta la signora Anna Paola  - e purtroppo perse la vita in seguito al suo  eroico intervento”. La madre di Serghej, rimasta vedova, lo affidava durante l’estate a famiglie che volessero ospitarlo per fargli trascorrere delle felici vacanze. E così, tramite una parrocchia alla quale avevano presentato domanda, Angelo e Anna Paola ottennero l’affidamento di quel ragazzo, con grande gioia delle figlie Francesca e Giuliana che avevano ora “un fratello”, anche se per un breve periodo.

“Giunse da noi con in mano una busta di plastica e qualche indumento intimo - continua la donna -, per cui gli dovemmo comprare tutto l’abbigliamento”. Partirono poi tutti per Tortora, vicino Praia a Mare, in Calabria, per trascorrere un mese al mare. Serghej fu contentissimo, gli piaceva nuotare e giocare anche con i nipoti dei Buonocore anche loro in quella località balneare.

“Era ghiotto delle caramelle che gli davamo, ma ne mangiava solo una e le altre le conservava per i giorni successivi - continua Anna Paola -, una sua stranezza era quella di preferire la buccia del limone dopo che lo avevamo premuto”.

Terminata la vacanza, riparti per il suo paese. “Gli regalammo una valigia - prosegue la signora -, scarpe, abbigliamento invernale e… un barattolo di Nutella che gli fece brillare gli occhi!”. L’anno successivo i Buonocore ripresentarono la domanda, ma per un disguido burocratico non fu più possibile averlo a casa loro. Però la madre di Serghej inviò una foto e fece una telefonata per dire solo “grazie” e qualche altra parola che aveva imparato in italiano.

Da allora trascorsero circa una ventina d’anni e i Buonocore riuscirono ad avere notizie di Serghej tramite una russa che conoscevano e che telefonò alla famiglia in Ucraina. Seppero così che il ragazzo, oramai diventato adulto, si era sposato, aveva due figli e si era arruolato nelle forze dell’ordine. Ora però Anna Paola vorrebbe sapere se Serghej è in buona salute, perché, visto che l’Ucraina è in guerra e che lui era un militare, sarà sicuramente al fronte a combattere. E a tal proposito lanciano un appello, tramite noi, ai giornali a diffusione nazionale o a quanti hanno la possibilità di rintracciarlo. L’amore per quel ragazzo di trent’anni fa è ancora vivo nella famiglia Buonocore, che è triste e in pena per il suo destino, vorrebbe tanto rivederlo e riabbracciarlo o almeno sapere se è ancora in vita.