Oggi ricorre l’anniversario della morte, 25 anni fa, del più grande cantautore italiano, Lucio Battisti, scomparso il 9 settembre 1998.

Tutti noi “diversamente giovani”, nati negli anni Cinquanta, siamo cresciuti, abbiamo ballato e amato con le sue canzoni che ci facevano letteralmente impazzire, con quella sua voce originale e la sua musica innovativa. Ma anche le generazioni successive, e persino i giovani nati dopo il Duemila, ascoltano e cantano in discoteca, tra amici e nelle serate invernali o in estate vicino al mare, sulla spiaggia, le meravigliose canzoni di Lucio.

Fin da ragazzino autodidatta nell’imparare a suonare la chitarra, Battisti è cresciuto con la musica e le canzoni di Ray Charles, dei Beatles, di Donovan e Bob Dylan. Esordì giovanissimo come chitarrista con il complesso “Gli Svitati ” e poi nel 1962, a 19 anni (era nato il 5 marzo del 1943) con “I Mattatori” a Napoli Poi con “I Satiri” a Roma e infine incominciò ad essere conosciuto con “I Campioni”, il cui leader Roby Matano gli fece il primo contratto importante, lo incitò a scrivere canzoni, e lo convinse a trasferirsi con la sua band a Milano.

Ma la vera svolta nella vita da artista di Lucio Battisti avvenne nel 1965, quando conobbe il paroliere Giulio Rapetti, in arte Mogol. Dopo aver composto alcuni brani affidati ad altri interpreti, fu proprio Mogol a convincere Battisti ad interpretare le sue canzoni nel 1966. E Lucio esordi quell’anno al Festival di Sanremo con il brano “Adesso si”. Incominciava ad essere conosciuto anche all’estero, fu avvicinato dai produttori dei Beatles (Paul McCartney divenne un suo estimatore) che volevano lanciarlo sul mercato americano, ma Battisti rinunciò.

Nel 1967 Mogol e Battisti composero “29 settembre”, canzone con sonorità tendente alla psichedelica, affidata all’ “Equipe 84”, e fu un successo. Con la partecipazione al diciannovesimo Festival di Sanremo, Lucio cantò “Un’avventura”, e fu apprezzato dal grande pubblico per il suo “rhythm and blues”, anche se la critica lo ferì per la sua voce e la sua capigliatura.

I brani più belli di Lucio Battisti

Nel 1969 Lucio Battisti sfondò definitivamente con “Acqua azzurra, acqua chiara”, tormentone dell’estate di quell’anno e vinse il Festivalbar. Dopo arrivarono gli altri suoi capolavori “Mi ritorni in mente”, “Fiori rosa, fiori di pesco”, “Emozioni”, “Pensieri e parole”, “I giardini di marzo”, “Il mio canto libero”, “La collina dei ciliegi”, “Ancora tu”, “Amarsi un pò”, “Una donna per amico”, “Una giornata uggiosa”, “E già” , senza considerare i tanti brani affidati ad altri interpreti. Ma ci fu anche “il divorzio” da Mogol e la nuova collaborazione con Pasquale Panella.

Infine la prematura scomparsa a 56 anni, che ha lasciato un grande vuoto nel mondo della canzone e nel cuore di milioni di suoi estimatori. Ma vedere che ancora oggi tanti vecchi, anziani, giovani e ragazzini ascoltano e amano le sue canzoni ci fa capire che Lucio Battisti è eterno, saprà sempre darci Emozioni” e ci farà dire “Caro Lucio, mi ritorni in mente anche durante una giornata uggiosa...” .

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