Padre e figlio morti nello stesso giorno, il 12 settembre 1906, alla stessa ora, alle quattro del pomeriggio, ed entrambi nello stesso luogo! Il primo sul bagnasciuga dello stabilimento balneare “Nunziante” (oggi Lido Azzurro), a Torre Annunziata, ed il secondo nel tratto di mare antistante, anche se il suo corpo fu ritrovato il giorno seguente nei pressi di Capo Oncino. E non erano comuni cittadini.

Stiamo parlando di Ernesto Cesàro, uno dei più grandi matematici italiani ed europei, professore di calcolo infinitesimale presso l’Università “Federico II” di Napoli dal 1891. La sua tragica scomparsa avvenne a 47 anni (anche se nel certificato di morte, l’atto 575 del 13 settembre 1906, si dichiara che ne ha 45). Lo sfortunato figlio Manlio, invece, ne aveva appena 17 (come riportato nel successivo atto di morte 576), quando affogò nelle acque agitate del mare, impossibilitato a raggiungere la riva.

(Nella foto sopra, i certificati di morte di padre e figlio)

Il padre Ernesto, allertato dalle grida di un altro figlio che aveva visto il fratello in grande difficoltà mentre nuotava, si precipitò a soccorrerlo ma per la fretta scivolò sulle scalette della cabina dove stava prendendo il sole e sbattè con la testa contro la palafitta. Fu soccorso immediatamente, ma perse la vita poco dopo e analoga sorte toccò a Manlio. A fare da testimone per tutti e due, nel certificarne la morte al Comune, fu Domenico Gambardella, di anni 30, figlio di quel Vincenzo che era stato sindaco di Torre Annunziata. Anche il padre di Ernesto, Luigi, era stato primo cittadino dal 1848 al 1850, in quanto pur essendo nativo di Nocera risiedeva a Torre Annunziata fin dalla più giovane età e aveva sposato Fortunata Nunziante.

Ernesto, invece, era nato a Napoli, dove il padre si era trasferito per lavoro (era un ricco agricoltore ed era stato anche vice console di Danimarca), nel palazzo Fondi di via Medina, il 12 marzo 1859, e aveva sposato a Torre Annunziata la nipote Angiolina Cesàro (avevano ottenuto dispensa dall’impedimento parentale con Decreto Reale) il  27 settembre 1882 (atto 127).

Manlio invece era nato a Palermo il 18 novembre 1889 (quindi non li aveva ancora compiuti i 17 anni quando è morto), in quanto il padre era professore ordinario di analisi algebrica presso l’università di quella città... pur non essendo laureato, perché si era classificato primo nel relativo concorso!

Ma ritorniamo alla morte di Ernesto e Manlio Cesàro. Durante i loro funerali il sindaco di allora, Pelagio Rossi, proclamò il lutto cittadino e a seguire il corteo funebre c’erano migliaia di persone. Ad Ernesto Cesàro fu intitolata nello stesso mese della morte l’allora piazza “Comizi”, l’anno seguente la biblioteca comunale, nel quinto anniversario della scomparsa una lapide in piazza Nicotera (successivamente trasferita in piazza Cesàro). Inoltre nel 1921 un busto marmoreo nel cimitero, e dieci anni dopo l’attuale e omonimo istituto tecnico.

Mai tanto onore era stato attribuito ad un cittadino “adottivo” di Torre Annunziata e non lo sarà nemmeno dopo. La sua memoria rimarrà per sempre nei cuori dei Torresi.