Sette anni fa, il 7 luglio 2017, un’immane tragedia si abbattè su Torre Annunziata. Alla prime luci dell’alba crollò un’ala di un palazzo in Rampa Nunziante. Morirono sotto le macerie 8 persone, di cui due bambini: i fratelli Francesca e Salvatore Guida e i loro genitori Pasquale Guida e Anna Duraccio; l’architetto Giacomo Cuccurullo, la moglie Edy Laiola, il figlio Marco; la signora Pina Aprea.
La città, avvolta dal dolore, per settimane fu sotto I riflettori dei mass media nazionali. Apparve da subito che il crollo era stato causato dai lavori di ristrutturazione di un appartamento posto al secondo piano del palazzo.
Indagini, perizie, processi e condanne. Siamo ancora al processo di secondo grado in corso in Corte d'Appello, ma in primo grado sono state emanate 4 condanne (12 anni e sei mesi al propietario dell’appartamento in ristrutturazione, 12 anni al direttore dei lavori e 11 anni ad un suo collega, 9 anni e sei al mastro operaio). Inoltre, per altri due indagati, assolti in primo grado (l’ex proprietario dell’appartamento in questione e l’amministratore di condominio), la Procura Generale di Napoli ha chiesto 8 anni di carcere per ciascuno.
La città di Torre Annunziata non ha mai dimenticato quella terribile tragedia. Il 7 luglio di ogni anno viene celebrata una santa messa in memoria delle otto vittime e depositato un cero della giustizia nel luogo del crollo, dove una grande murales ricorda il tragico evento.