A cura della Redazione

Il mercato del lavoro italiano è in continua evoluzione. Dopo la pandemia, il modo in cui intendiamo il lavoro e le nostre esigenze e priorità sono cambiate radicalmente, spostandosi verso un tipo di lavoro “agile” che permette l’equilibrio tra vita lavorativa e personale. Questo articolo analizza come sono cambiate le idee e percezioni degli italiani sul lavoro nell’ultimo anno.

Le lauree sono ancora importanti?

La risposta breve è sì. Secondo i partecipanti al sondaggio di CVwizard avere una laurea o una qualifica professionale è necessario per svolgere il lavoro per cui sono stati assunti. I dati presentano delle significative differenze in base al genere e all’età dei partecipanti. La fascia che più attribuisce valore alla laurea (94.3%) sono gli uomini tra i 45 e i 60 anni di età che, probabilmente, si trovano in uno stato particolarmente avanzato della loro carriera, mentre per le donne della stessa fascia d’età la percentuale è dell’80%. Tra i più giovani, invece, la percentuale oscilla tra il 70.1% e 77.6% a seconda del genere. Anche l’attinenza del percorso di studio al lavoro è elevata per tutti i partecipanti al sondaggio, tranne per le donne tra i 45 e i 60 anni (66,7%).

Sono gli uomini a credere maggiormente nel valore dei titoli di studio, ma i dati mostrano una tendenza di generale fiducia nelle competenze fornite da un’istruzione accademica e nella loro importanza in ambito lavorativo.

Anche se l'istruzione formale è ancora importante, una parte degli intervistati svolge un lavoro non direttamente collegato alla sua formazione, il che suggerisce un potenziale spostamento verso la valorizzazione delle competenze e dell'esperienza o verso lo svolgimento di lavori meno qualificati.

Nonostante ciò, solo poco più della metà di uomini e donne da 18 ai 44 anni crede che la laurea sia necessaria per ottenere un lavoro ben retribuito. Questo riflette una tendenza portata avanti dal mondo digitale, dove anche alcune figure senza istruzione formale, come influencer e celebrità, riescono a ottenere grandi profitti e ostentare uno stile di vita lussuoso.

L’importanza delle piattaforme per la ricerca di lavoro

Anche se gli annunci di “cercasi personale” sono ancora presenti sulle vetrine di diverse attività commerciali, la consegna del curriculum cartaceo è ormai obsoleta per chi è alla ricerca di lavoro. Gli aspiranti lavoratori e i recruiter si rivolgono sempre più a piattaforme come Linkedin, che ricoprono un ruolo centrale nelle assunzioni. All’interno di queste piattaforme i partecipanti hanno rilevato l’aumento di test di selezione basati sulle competenze durante più fasi della candidatura. La presenza di questi test è utile ai recruiter per effettuare una prima scrematura dei CV che ricevono. Le aziende sono alla ricerca di personale sempre più qualificato e formato, il cui profilo possa spiccare tra le numerose candidature.

I lavoratori presenti su queste piattaforme hanno sottolineato che preferirebbero candidature anonime per ridurre i pregiudizi e bias basati su genere, razza, sesso ed età che sono ancora presenti e comuni nel mercato del lavoro, come dimostrano alcuni dati. Il 36,3% delle persone intervistate ha, infatti, sostenuto di essere stato vittima di pregiudizi legati all’età, il 25,9% alla razza e il 21,3% al genere, delineando un quadro non troppo roseo rispetto all’inclusività nel mondo del lavoro.

Gli uomini sono i più soddisfatti della loro retribuzione

L’inflazione e il conseguente aumento del costo della vita hanno ampliato ulteriormente la discussione intorno a una giusta e adeguata retribuzione.

Gli uomini, di qualsiasi fascia di età, si dimostrano in generale più soddisfatti delle donne rispetto alla loro retribuzione, che ritengono adeguata al ruolo che ricoprono, sfiorando picchi del 77.1%. Le donne della fascia di età 30-44 anni sono le più insoddisfatte dei loro salari, seguite dalle donne di 18-29 anni. Queste due categorie corrispondono, inoltre, a quelle che cercano meno attivamente lavoro quando sono impiegate a tempo pieno.

La disparità di salari rimanda a un problema di divario retributivo di genere presente nel mercato di lavoro italiano e rilevato anche dall’INPS. Secondo l’ Osservatorio sui lavoratori dipendenti del settore privato dell'Inps, il gender pay gap complessivo è di 7.922 euro. Questo significa che, su una retribuzione media annua di 22.839 euro (2022), il genere maschile guadagna 26.227 euro, a fronte dei 18.305 del femminile.

Consigli pratici per chi cerca lavoro

Avere una presenza digitale forte e aggiornata è ormai necessario per chi è alla ricerca di un impiego. Mantenere un buon profilo Linkedin, aggiornare periodicamente il curriculum e instaurare connessioni professionali, si rivelano attività necessarie per trovare un impiego coerente con le proprie aspettative. È, inoltre, importante mantenersi sempre aggiornati dal punto di vista delle competenze richieste, attraverso corsi di formazione e perfezionamento.

Per concludere

In base a quanto rilevato dal sondaggio, implementare processi di candidatura anonimi potrebbe essere una buona pratica da adottare in azienda. I sistemi anonimi predispongono positivamente le persone verso l’azienda, facendole sentire accolte fin dall’inizio e gettando le basi per un ambiente lavorativo sereno e privo di pregiudizi.

I dipendenti che si trovano in un ambiente pacifico risultano essere più coinvolti con il loro lavoro e predisposti a perseguire le opportunità di avanzamento di carriera all’interno dell’azienda.