«L’obiettivo per costruire un mondo migliore può riempire degnamente una vita». Ada Ferri, presidente dell’Associazione Catena Rosa, si affida una citazione di Enrico Berlinguer per riassumere il profondo significato dell’evento “Lotta alla camorra: i movimenti di ieri e di oggi”. L’incontro, tenutosi questa mattina a Palazzo Criscuolo a Torre Annunziata, rientra in una serie di appuntamenti fissati in città per celebrare Giancarlo Siani a quarant’anni esatti dal suo efferato assassinio.
A promuovere l’iniziativa è Libera, associazione contro le mafie. Ed è proprio il neo referente per Torre Annunziata, Massimo Napolitano, ad introdurre gli interventi: «La nostra città ha una radicata tradizione di lotta, anche di lotta anticamorra. Noi di Libera, oltre che di antimafia, ci occupiamo di memoria, in particolare di quella delle vittime innocenti di camorra. Memoria significa per noi conferire la giusta narrazione ai fatti per la ricerca della verità e della giustizia: l’attività svolta tutti i giorni da Giancarlo Siani».
Gli intrecci, il clima, gli ambienti dove si crearono i presupposti per uno dei più crudeli omicidi del dopoguerra in Italia sono stati contestualizzati da Peppe Napolitano, scrittore e attivista politico, e Franco Matrone, ecomedico e rappresentante di Zerowaste Italy. «Se oggi esistono tessuti associativi e la rete che promuovono cultura, indagano e ragionano sui processi criminali, lo dobbiamo ai movimenti che vennero generati proprio in quegli anni», sottolinea Napolitano. «Ho condiviso la passione per il giornalismo in giovane età con Giancarlo Siani in un’epoca complessa e difficile in cui gli interessi della criminalità organizzata sul territorio mutavano e si evolvevano. E per raccontare questi fenomeni ci voleva molto coraggio», aggiunge Matrone.
Il sindaco di Torre Annunziata Corrado Cuccurullo sostiene: «Con gli eventi promossi dall’amministrazione comunale vogliamo celebrare la vita, la grande passione civile di Giancarlo Siani e non potevamo non farlo che con i protagonisti dell’epoca».
Jacopo Re, responsabile antimafia del movimento Unione degli Studenti Campania, riflette seriamente su come oggi la corretta comunicazione sia un elemento propedeutico per declinare il concetto di “verità”: «Queste occasioni di commemorazione non devono essere momenti sterili. La memoria rappresenta fondamentalmente impegno. Lo stesso impegno che le persone prima di noi hanno profuso per portare avanti quelle battaglie e consegnarle poi alla nostra generazione. Giancarlo Siani lottava per l’affermazione della verità. Noi oggi viviamo una grande epoca di manipolazione proprio della verità. La realtà autentica e pura la possiamo ritrovare solo attraverso la controinformazione e momenti di discussione e di confronto come questo».
Ciro D’Alessio, sindacalista nazionale FIOM, si sofferma sul processo che consente il proliferare dei fenomeni criminali sul territorio: «La nostra è stata una città con una grande tradizione di indipendenza, con al centro per anni il bene collettivo e non quello individuale. Poi c’è stato il buio. Pensate che nel quartiere dove sono cresciuto, quando qualcuno non voleva farsi i cosiddetti fatti suoi, gli dicevano “allora farai la fine del giornalista!”. Così ho conosciuto Giancarlo Siani. Ed è molto triste. Camorra è proprio questo: è una cultura distorta, è una narrazione, è un modo di vivere che prevale sulla convivenza civile».
L’ex eurodeputato Andrea Cozzolino racconta un particolare eloquente di quanto non si sia mai smarrita, nel corso di questi quarant’anni, la memoria del giovane cronista ammazzato: «Giancarlo Siani è uno straordinario esempio di quanto possa essere crudele l’affermazione della verità. Insieme con il fratello Paolo siamo riusciti a portare la sua Mehari verde al parlamento europeo. Un’impresa folle, ma molto significativa con l’allora presidente Martin Schulz costretto a fare un discorso all’intera assise continentale sulla libertà di stampa».
L’incontro si conclude con una riflessione profondamente penetrante di Ada Ferri: «Non basta il denaro, non bastano la carriera, il potere per sentirsi appagati. È necessario avere nell’anima una grande passione, grandi valori da seguire e da perseguire: la giustizia, la salvaguardia dell’ambiente, la legalità, la pace. Giancarlo ha dato la vita per questo e noi lo dobbiamo onorare facendo ognuno, nella propria vita, la propria parte».
Peccato per la scarsa partecipazione fatta registrare dall’appuntamento: assenti gli studenti, le associazioni, i consiglieri comunali, gli assessori, i cittadini, i rappresentanti della abusata definizione di “società civile”. Si sono persi una irripetibile lezione di una materia che non si insegna più nelle scuole: educazione civica. In memoria dell’immenso Giancarlo Siani.
(nella foto da sinistra, Massimo Napolitano, Jacopo Re, Ciro D’Alessio, Ada Ferri, Andrea Cozzolino, Corrado Cuccurullo, Peppe Napolitano, Franco Matrone)