George Gershwin che strizza l’occhio a Salvatore Di Giacomo. Strano intreccio artistico, ma non troppo. Immaginatela per un attimo questa scena. Ma se volete, potete anche godere dal vivo ciò che solo all’apparenza può sembrare un improbabile incontro ravvicinato tra due distanti idee di rappresentazione dell’Arte. Come? Assistendo alla prossima replica dello spettacolo “Fantasia a due” con protagonisti Caterina Pontrandolfo e Rodolfo Medina.

L’incontro tra due innamorati di canto, musica, poesia, teatro, arte della scena consentirà di immergervi in una dimensione onirica attraverso uno spettacolo intenso, profondo con sfumature variegate, mai ovvie. Un’atmosfera che immediatamente e magicamente si è creata ieri sera allo Sport Club Oplonti dove i due artisti hanno riproposto proprio “Fantasia a due”, secondo appuntamento della stagione 2025-26 della rassegna “Il Teatro palcoscenico della vita” organizzata dalla commissione cultura del sodalizio oplontino.   

E così tra un monologo di Alessandro Baricco (Novecento), l’irruenza sonora di New York New York, la delicata fragilità di Giacomo Leopardi (A Silvia), la nostalgica melodia di As time goes by (tema dal film “Casablanca”), il pubblico è stato trascinato nella declinazione della quotidiana vita di coppia.

Caterina Pontrandolfo, con la duttilità delle sue straordinarie doti vocali, è passata con disinvoltura da Bach a Gershwin a Eduardo Di Capua, transitando attraverso Hymne à l’amour, E penso a te e Fenesta che lucive, guarnendo la performance con suggestive e penetranti incursioni teatrali.

Rodolfo Medina ha effettuato una magistrale dissolvenza incrociata tra versi di Montale, Di Giacomo, Dante, Boris Vian, De Filippo collegando tutti i quadri dello spettacolo mediante il pianoforte, nucleo centrale della essenziale ma efficace scenografia. 

«Ci siamo immaginati in uno spettacolo semplice in cui la parola poetica e la canzone potessero rimandarsi i grandi temi delle questioni umane, dell’amore della vita, della morte, cantate, celebrate, narrate», hanno sottolineato Caterina Pontrandolfo e Rodolfo Medina.

Molto profonda, significativa e assolutamente condivisibile l’analisi dei temi rappresentati da parte della prof. Emilia Pagano, socia emerita dello Sport Club Oplonti: «Lo spettacolo di questa sera ha toccato tutte le sfere dell’arte e delle emozioni che essa provoca. I due interpreti ci hanno portato in quel mondo che immaginiamo possa appartenerci, ma che poi scompare quando il sipario si chiude. Gli artisti si alternano, si uniscono, si separano, senza mai sovrapporsi. Agiscono in un’alternanza quasi simbiotica, come simbiotiche sono le arti che hanno rappresentato. La poesia, la musica, il teatro, il canto hanno tutti lo stesso fine: quello di rivelare al pubblico l’intimità, la sofferenza, il dolore dell’anima sgomento dalla miseria della persona che, invece di tentare di elevarsi, di cercare delle mete sempre più alte, si confonde nel grigiore dell’anonimato».

CATERINA PONTRANDOLFO

Attrice, cantante, performer, poetessa, drammaturga e regista lucana, esperta di progettazione nell’ambito del teatro di comunità. Definita la Callas della musica popolare italiana, di recente ha cantato nella Sala Santa Cecilia dell’Auditorium di Roma, special guest di Ambrogio Sparagna e dell’Orchestra Popolare Italiana. Ha lavorato con i registi Massimo De Vita, Luciano Nattino, Giancarlo Sepe, Luciano Melchionna, Laura Angiulli, Carlo Cerciello, Simona Lisi, Lello Serao, Francesco Suriano, Paolo Nani, Maria Maglietta, Adriana Innocenti, Marco Baliani, Tonino Taiuti, Alessandra Rossi Ghiglione, Marco Alotto, Gianni Bissaca, Renzo Sicco. Intensa l’attività concertistica e le collaborazioni con musicisti di chiara fama. Ha all’attivo pubblicazioni discografiche e drammaturgiche.

RODOLFO MEDINA

Attore teatrale originario di Torre Annunziata. Entra nel 1980 alla Bottega Teatrale di Firenze diretta da Vittorio Gassman. L’anno successivo partecipa ad uno stage intensivo di due mesi, organizzato dall’Università di Palermo, con gli attori del Teatro Laboratorium di Jerzy Grotowski. Qualche mese dopo debutta giovanissimo a Roma nell’Amleto, con la regia di Gabriele Lavia, con cui, dopo l’Amleto, prende parte ai grandi allestimenti dei Masnadieri di Schiller, con Umberto Orsini, e del Principe di Homburg di Kleist con Monica Guerritore al Teatro Eliseo di Roma. L’anno seguente è nel Macbeth di Shakespeare, con lo stesso Vittorio Gassman e Annamaria Guarnieri, nel ruolo del principe Malcolm. Ha collaborato e lavorato con artisti del calibro di Armando Pugliese, Mario Scaccia, Domenico Corrado, Tullio Solenghi, Giancarlo Zanetti, Gianfranco Iannuzzi, Ugo Chiti, Geppy Gleijeses, Paola Gassman, Ugo Pagliai, Philippe Leroy. L’incontro umano e professionale con Caterina Pontrandolfo si concretizza nel progetto “Fantasia a due” e in quello del “Magnificat” di Alda Merini.