«Oggi il mio cuore torna, come sempre, a mio marito Raffaele Pastore. Un uomo che ha trovato il coraggio di denunciare il racket quando farlo significava rischiare tutto. Un uomo che ha scelto la verità invece della paura e quella scelta gli è costata la vita. Io non dimentico, non voglio, non posso. La memoria è ciò che ci tiene umani, è ciò che impedisce all’ingiustizia di vincere davvero. La memoria è un faro, e io voglio che la luce di Raffaele continui a illuminare, a svegliare, a scuotere. Perché la cultura della legalità, del rispetto, del coraggio non nasce dal nulla, nasce dalle storie come la sua, che gridano anche quando il mondo vorrebbe farle tacere».

Beatrice Federico, vedova di Raffaele Pastore, non c’era stamattina a Palazzo Criscuolo. Un contrattempo le ha impedito di partecipare all’evento “Voci, letture e riflessioni per una comunità che lotta contro la camorra” che il presidio Libera di Torre Annunziata ha promosso per scuotere le coscienze a 29 anni dall’efferato assassinio del giovane (appena 35 anni) imprenditore torrese. Beatrice avrebbe sicuramente ribadito le profonde parole adoperate lo scorso 23 novembre per ricordare il suo Lello.

Nella sala degli specchi il giornalista e scrittore Vincenzo Sbrizzi ha introdotto e moderato un incontro sentito e coinvolgente. Come l’intervento del vicesindaco Tania Sorrentino, vedova di Maurizio Cerrato, ennesima vittima innocente di camorra, che ha sottolineato come il dolore occorre trasformarlo in responsabilità e speranza. Tiziana Apicella, rappresentante della fondazione Polis, ha ribadito l’importanza della vicinanza quotidiana ai familiari delle vittime la cui esistenza viene segnata inesorabilmente dalla tragedia della sottrazione violenta di un congiunto.

Il referente di Torre Annunziata di Libera, Massimo Napolitano, ha invitato le classi di studenti presenti, le seconde del Liceo Linguistico “Pitagora-Croce” e le seconde di Scienze Umane del Liceo Artistico “de Chirico”, ad adottare la figura di Raffaele Pastore per produrre narrazioni, parole, gesti, progetti. «E già da ora immaginiamo il prossimo anno, a trent’anni dall’omicidio – ha detto Napolitano - un appuntamento in cui il ricordo si farà ancora più forte grazie alle vostre iniziative culturali e artistiche».

L’attore torrese Rodolfo Medina ha letto con efficace trasporto alcune riflessioni dello scrittore Raffaele Sardo, ricordando i dettagli drammatici di quel 23 novembre 1996. Significativa la testimonianza di Pasquale Del Prete, presidente della FAI (Fondazione Antiracket e Antiusura), che ha ribadito come la solitudine può uccidere: «Quando una comunità si stringe attorno a chi dice no al racket, insieme alle Istituzioni, il pizzo perde terreno e la paura può essere sconfitta». Come è accaduto ad Ercolano.

A tracciare il profilo di Lello Pastore ci ha pensato Raffaele Sardo che ha condiviso con i presenti gli argomenti di un libro di prossima pubblicazione. Accorato l’intervento del sindaco Corrado Cuccurullo. Ha ricordato la grande tradizione culturale e civile di Torre Annunziata che ha sempre ribadito il suo forte e chiaro “no” alla camorra, senza mai piegarsi al potere criminale. Ha poi annunciato l’imminente inizio dell’abbattimento di Palazzo Fienga.

Beatrice Federico non era presente, ma avrebbe chiuso questa intensa mattinata dedicata al suo Lello così: «La cultura della legalità nasce da chi ascolta, da chi impara, da chi decide che l’indifferenza non è un’opzione.A chi oggi guarda alla sua storia dico: prendete la sua forza e fatene un impegno, non lasciate che il suo sacrificio diventi una pagina chiusa. Fate in modo che diventi un seme, un atto, una scelta quotidiana. Raffaele vive nella mia voce, nella mia memoria, e in chiunque, oggi, abbia il coraggio di scegliere la giustizia. Sempre».

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