A cura della Redazione
Visita del nuovo direttore generale dell’Agenzia Industrie Difesa (AID) allo Stabilimento Militare Spolette di Torre Annunziata. L’ex deputato di Alleanza Nazionale, Marco Airaghi, ha fatto tappa a Torre Annunziata nel corso del tour che lo sta vedendo impegnato in giro per tutti gli stabilimenti militari dell’Italia. Ad accoglierlo, il comandante dello Spolettificio, ten. col. Andrea Volpe, ed i suoi più stretti collaboratori. Dopo aver visitato i reparti dell’opificio torrese e la Sala d’Armi, il dott. Airaghi ha incontrato i rappresentanti delle organizzazioni sindacali per fare il punto della situazione sul futuro dello storico stabilimento. Un discorso franco, il suo, senza ipocrisia. «Non posso nascondere - afferma il direttore generale - la mia preoccupazione per il futuro di molti stabilimenti militari del Ministero della Difesa, tra cui anche lo Spolettificio. Tuttavia una decisione definitiva sul suo destino sarà assunta entro il 31 dicembre dell’anno prossimo, quando andremo a verificare la produttività dell’opificio torrese». Che, a dire il vero, è al di sotto degli standard per l’alta percentuale (50 per cento) dei lavoratori “indiretti” (personale impiegatizio) nei confronti di quelli direttamente coinvolti nella produzione dell’Ente. «Il nostro piano di produzione degli ultimi anni - spiega un tecnico - è stato pienamente rispettato. Tuttavia bisognerebbe razionalizzare l’utilizzo del personale e diversificare la produzione per ridurre gli alti costi di gestione». Ma c’è un’effettiva volontà di mantenere in vita uno stabilimento che ha più di tre secoli e mezzo di storia (la Real Polveriera venne costruita nel 1652, ndr)? E’ quanto si chiedono le organizzazioni sindacali dell’opificio torrese, che denunciano una riduzione dei livelli occupazionali di circa 100 unità negli ultimi tre anni, con un impatto negativo nel tessuto sociale della città. Realisticamente parlando, oggi la fabbrica militare torrese “sopravvive” perché insediata in un territorio difficile e con un alto tasso di disoccupazione. Una sua chiusura (se ne parla ormai da tempo) provocherebbe un contraccolpo sociale ed economico di notevoli dimensioni. Ma i tagli imposti dalla legge finanziaria 2008 alle spese militari (- 25 per cento di stanziamenti) non consentono ulteriori proroghe: se lo Spolettificio non ridurrà i costi di gestione o non diversificherà la produzione, allora la sua fine può dirsi veramente vicina! Duecentodiciotto posti di lavoro sarebbero cancellati definitivamente, anche se i dipendenti troverebbero una diversa collocazione nell’ambito del Ministero della difesa o presso altri ministeri. Ma il dato allarmante sarebbe che la città non potrebbe più contare su un cospicuo numero di lavoratori occupati in questo settore, che nel 1983, data delle ultime assunzioni con la legge 285, erano addirittura oltre 550 tra operai ed impiegati. «Sicuramente - afferma Corrado Manzo della Cgil - non ci aspettavamo dal direttore generale dell’AID notizie rassicuranti circa il futuro dello stabilimento. Egli non ha fatto altro che ripeterci quello che noi da anni già sapevamo, ossia delle difficoltà in cui versa lo stabilimento di Torre Annunziata. Però non è neppure pensabile - aggiunge Manzo - che dall’oggi al domani si possano perdere oltre 200 posti di lavoro come se niente fosse, soprattutto in una realtà difficile qual è la nostra. Di contro non siamo a “difesa del fortino” a tutti i costi, bensì siamo aperti a qualsiasi soluzione purché si apra un confronto con tutte le istituzioni interessate teso a garantire i livelli occupazionali dell’area. Colgo l’occasione - conclude il sindacalista - per lanciare un appello alle istituzioni locali affinché si facciano promotrici di iniziative per la costituzione di tavoli di confronto tra organizzazioni sindacali, ministero difesa e amministrazioni pubbliche territoriali per creare le condizioni di un rilancio produttivo dell’Ente o di una ricollocazione del personale in attività utili per le amministrazioni pubbliche del territorio». Anche la Cisl è sulle medesime posizioni della Cgil, ma con un distinguo. «La preoccupazioni espresse dal direttore generale Airaghi noi le avevamo già 25 anni fa - afferma il rappresentante Ciro Zeccato -. Noi, però, al momento non prendiamo in considerazione un ricollocazione del personale dello Spolettificio presso altri ministeri o nell’ambito dello stesso Ministero della Difesa. Noi chiediamo fermamente l’elaborazione di un piano industriale - conclude - che possa garantire una prospettiva di medio e lungo periodo per il nostro stabilimento che, allo stato attuale, versa in condizioni di reali incertezze». ANTONIO GAGLIARDI