A cura della Redazione
Le indagini condotte in seguito alla denuncia dell´imprenditore-coraggio hanno permesso di "rompere, finalmente, il muro di omertà intorno al fenomeno del racket a Torre Annunziata, creando i presupposti per successive denunce da parte di imprenditori e commercianti, non colo del polo nautico", ha detto il procuratore aggiunto di Napoli, Rosario Cantelmo. In conferenza stampa a Napoli, il magistrato ha sottolineato come questa denuncia rappresenti un elemento "assolutamente importante" perché significa "che la società civile non sta più alla finestra e che è consapevole di quello che sta accadendo. Credo che il clima stia andando nella direzione giusta e che si stia riacquistando la fiducia nelle istituzioni". La denuncia di ´Garibaldi´ offre "il segno che qualcosa, a Torre Annunziata sta cambiando" nella speranza di ottenere, anche nella città oplontina, quello che è già avvenuto nella vicina Ercolano dove "si è ´spezzato´ il sistema di usura ed estorsioni praticato dalle cosche locali grazie alla collaborazione tra imprenditori e commercianti, magistratura e forze dell´ordine dall´altro". Secondo Cantelmo il verbale delle dichiarazioni dell´imprenditore che ha denunciato, in modo preciso e senza tentennamenti i suoi aguzzini, dovrebbe "essere letto nelle scuole perché si racconta di una scelta di legalità che vince sull´illecito", convinto che questo avrà un "effetto a valanga". Il capitano Luca Toti della Compagnia di Torre Annunziata, ha ricordato che è "la prima volta che, in zona, un imprenditore effettua una denuncia completa" e che quella che si è aperta dopo il suo racconto rappresenta "una crepa sul territorio". "Continuate a denunciare - ha aggiunto il colonnello Andrea Paris - perché in questo modo nessuno si esporrà e si otterranno ottimi risultati". Per quanto riguarda, poi, l´imprenditore-coraggio che non ha abbandonato la sua città, gli investigatori hanno assicurato che su di lui e sul suo cantiere "vi è attenzione massima". "Si è rivolto a noi dicendo di rimettersi nelle nostre mani - hanno concluso - e noi dobbiamo ricambiare la sua fiducia nel migliore dei modi". GIOVANISSIMI RECLUTATI DAI CLAN PER RISCUOTERE IL PIZZO Tra i destinatari dell´ordinanza di custodia cautelare che all´alba ha portato in carcere 11 persone ritenute affiliate ai clan Gallo-Cavalieri e Gionta di Torre Annunziata figura anche un 17enne. Il ragazzo compirà 18 anni a maggio ma, secondo gli inquirenti, ha già "una caratura criminale di tutto rispetto". Il ragazzo è ritenuto vicino al clan Gionta, è fratello e figlio di persone già note alle forze dell´ordine. Il padre è attualmente detenuto per associazione a delinquere di stampo mafioso. Il giovane è stato arrestato su mandato del Tribunale dei minorenni di Napoli. Secondo quanto raccontato dall´imprenditore del settore nautico che ha permesso di far luce su una serie di estorsioni perpetrate da entrambi i clan attivi sul territorio torrese, era lo stesso 17enne a riscuotere, a volte, le rate del ´pizzo´, alcune delle quali anche di 2.500 euro in contanti. Ma il 17enne non è l´unico giovane affiliato ai clan che è stato condotto in carcere. Tra i destinatari del provvedimento emesso dal gip del Tribunale partenopeo, vi sono anche giovani di 19 e 20 anni che sono già parte integrante delle organizzazioni criminali. Anche i più giovani, infatti, avevano il compito di raccogliere le estorsioni soprattutto dopo gli arresti dei capi storici che gestivano i traffici illeciti. Il procuratore aggiunto della Repubblica, Rosario Cantelmo, nel corso di una conferenza stampa a Napoli ha precisato che sono proprio questi giovanissimi ad essere diventati "punti di riferimento per i clan anche grazie alle loro ´qualità criminali´". "Siamo alla terza generazione di camorra - ha proseguito Cantelmo - i genitori hanno invitato, così come fece Aldo Gionta in un pizzino inviato al figlio, a imparare ad usare la violenza e anche le armi, compreso il kalashnikov. I figli lo hanno fatto e anche bene". Questi giovani, infatti, possiedono la "arroganza, protervia e ferocia dei propri genitori" riuscendo a controllare le proprie zone di competenze. Veri e propri "rampolli" di camorra in azione per conto dei clan. RINVENUTE ANCHE BOTOLE UTILIZATE COME NASCONDIGLI DAI LATITANTI Per permettere l´arresto delle 11 persone, ritenute vicine ai clan Gallo-Cavalieri e Gionta di Torre Annunziata (Napoli), i carabinieri hanno ´assediato´ Palazzo Fienga, considerata roccaforte della criminalità organizzata locale. Un dedalo di vicoli composto da oltre 100 unità abitative, con tanti proprietari e un´alta densità criminale. Per poter eseguire le perquisizioni e giungere agli arresti, i carabinieri della Compagnia di Torre Annunziata hanno dovuto sorvolare la zona con un elicottero, rimuovere cancelli e abbattere fortificazioni realizzate per impedire l´accesso delle forze dell´ordine. Nel corso dell´operazione denominata ´Garibaldi´ sono state anche rinvenute alcune botole, con molta probabilità, utilizzate dai latitanti per nascondersi. All´interno dei cunicoli sono state anche rinvenute immagini e posters della Madonna della Neve, la vergine venerata in città e in onore della quale si svolge anche una antica processione. Palazzo Fienga ha ricevuto, nel corso degli anni, diversi ordini di sgombero. Soprattutto dopo il terremoto del 1980 alcuni degli stabili che compongono il ´Quadrilatero delle Carceri´ sono stati puntellati perché pericolanti. Un tempo Palazzo Fienga era abitato da camorristi di grosso calibro, oggi quasi tutti deceduti o in carcere. Adesso si cono soprattutto donne e bambini, ma le abitazioni continuano ad essere residenza di camorristi in erba.